Società e Costume
Domenica 08 Maggio 2011
Hai cambiato il cellulare?
Nei rottami la tua privacy
Come minimo cambieremo 22 telefonini nel corso della nostra vita: una società di tutela dei dati personali ha svelato come negli apparecchi abbandonati o da rottamare si possono nascondere informazioni preziose, da semplici messaggi e foto fino ai codici bancari o delle carte di credito
ROMA - Un italiano, dai 12 anni e fino agli 80, acquista nel corso della sua vita da un minimo di 22 a un massimo di 34 cellulari, cambiandoli in media ogni 2-3 anni e "rottamando" il vecchio apparecchio, magari regalandolo o
rivendendolo.
Il tutto senza sapere che sui vecchi telefonini e sulle vecchie sim restano dei frammenti di dati della propria vita personale che finiscono nelle mani dei nuovi possessori.
Nei prossimi 70 anni gli italiani acquisteranno da un minimo di 1,1 a un massimo di 1,7 miliardi di cellulari e questo vuol dire che saranno sostituti o rottamati altrettanti apparecchi di telefonia mobile.
Cpp, filiale della multinazionale inglese specializzata nella tutela dei dati personali e nel contrasto delle frodi, ha evidenziato con una ricerca i rischi della gestione dei dati personali contenuti nei cellulari rottamati, venduti tra privati o, comunque, ceduti a terze persone.
Per condurre la ricerca, Cpp ha acquistato 35 telefoni e 50 sim sul web scoprendo un totale di 247 frammenti di dati su 19 telefoni mobili e 27 schede SIM. Nel 54% dei casi, quindi, chi vende o regala un cellulare ad altre persone, rischia mettere nelle mani dei nuovi possessori anche i propri dati personali.
Tra i dati personali "dimenticati" nei cellulari in 3 casi sono state trovate password per accedere a conti correnti bancari o a e-mail, in 6 casi "nomi utente" e in 2 casi estremi bancari. Ma ancora più preoccupante è che sia stato dimenticato in un caso anche il numero della carta di credito.
Tra le altre informazioni personali ritrovate da CPP nei cellulari venduti tra privati, ci sono i contatti della rubrica (35 casi), i video personali (19) e gli indirizzi e-mail (17). Non potevano mancare ovviamente gli SMS, ne sono stati ritrovati ben 139, le foto (14) e le informazioni sulla società per la quale si lavora (4).
Il 78% di chi ha cancellato i dati personali dal telefonino prima della cessione sostiene di averlo fatto manualmente: un metodo, spiegano gli esperti, che lascia i file intatti e facilmente recuperabili. Il 38% ha operato un resettaggio completo e il 4% usato un apposito software esterno per la cancellazione.
"Negli ultimi anni - spiega Walter Bruschi, amministratore delegato di Cpp Italia - il furto di identità è cresciuto esponenzialmente, creando non pochi problemi ai truffati. Chi viene in possesso dei nostri dati personali può utilizzarli per acquistare beni e servizi, chiedere finanziamenti o porre in
essere altri comportamenti delittuosi a nostro nome. Per disconoscere la paternità di questi comportamenti non è sempre sufficiente una semplice denuncia, essendo a volte necessario l'intervento di legali e altri esperti. È basilare, quindi, gestire con la massima attenzione i nostri dati personali a cominciare appunto dal telefonino che si butta o si rivende".
© RIPRODUZIONE RISERVATA