I big della motonautica furiosi
«La gara di Como una farsa»

Molinari e Abbate hanno scritto alla Federazione, Iaconianni: «Hanno ragione»

«Quella gara è stata una vergogna » . I big della motonautica del nostro lago hanno preso carta e penna e hanno scritto alla federazione. L’ultima Centomiglia, soprattutto la gara del giorno prima che ha partorito anche un titolo iridato, non sono andate giù ai totem del Lario. Tullio Abbate e Renato Molinari hano scritto alla federazione.

La Centomiglia corsa nel passato fine settimana è lo specchio della situazione, senza per questo dare colpe agli organizzatori. Quello che però è andato di traverso a tante figure simbolo della motonautica comasca, che poi sono diventate vere icone nel mondo delle corse mondiali, è il campionato del mondo Endurance Gruppo B, diviso in quattro classi, alcune delle quali non arrivavano al “quorum” di concorrenti e di nazioni partecipanti. Se, infatti, le regole Uim (la federazione mondiale di motonautica) non sono cambiate negli ultimi anni, è scritto che un Mondiale, per essere valido, deve avere almeno cinque equipaggi partecipanti e tre nazioni rappresentate. Cosa che nel Mondiale Endurance qui a Como come in altri del resto, non si raggiungono i numeri. «Assistendo a gare del genere - attacca Renato Molinari – qualcuno è venuto a dirmi che finalmente aveva capito, vedendo questo spettacolo deludente, come fosse stato facile per me vincere diciotto titoli mondiali e tutto quanto ho vinto in carriera. Quando si correva, si rischiava, perché la concorrenza era numerosa e qualificata. Penso che si debbano evitate in futuro queste figuracce, rinunciando piuttosto ad organizzare le corse». «Ne va del prestigio stesso della nostra federazione – aggiunge – accettare di svolgere in Italia corse del genere. Le lasci svolgere in quei Paesi dove non esiste una tradizione di campioni e di competizioni come nel nostro». Il presidente federale, il comsco Vincenzo Iacionanni, ha detto: «Lunedì parte una lettera all’Uim – è perentorio il numero 1 della Fim – con la quale si chiede in sostanza di prendere le contromisure a situazioni del genere, che non dipendono assolutamente dalla nostra volontà, ma sono imposte dal calendario internazionale».

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