I domestici rubano la carta di credito
e spendono 18mila euro in beni di lusso

Denunciata per furto aggravato una coppia di collaboratori familiari filippini. Tra gli acquisti anche due borse di Louis Vuitton e Calvin Kelin, un pc e un impianto stereo

La vicinanza ad un certo bel mondo, fatto di scintillanti oggetti di lusso, deve averli “folgorati”, loro che quei beni li potevano sì vedere ogni giorno, ma mai toccare e godere.

“Loro” sono una coppia di collaboratori domestici filippini che sono stati denunciati a piede libero dai carabinieri della stazione di Como per furto aggravato ed uso fraudolento di carta di credito.

La segnalazione

I militari sono arrivati a questa conclusione dopo avere verificato la denuncia presentata da una donna comasca di 48 anni, che si è rivolta alle forze dell’ordine dopo avere visto il proprio conto in banca alleggerirsi di 18mila euro.

Secondo i carabinieri, i responsabili sarebbero proprio i due collaboratori domestici della denunciante, che si sarebbero impossessati furtivamente della carta di credito di quest’ultima, effettuando prelievi e acquisti nei negozi della città.

Non oggetti qualunque. I due hanno mirato in alto, cercando di realizzare magari quei sogni che, dalla loro posizione di domestici, gli apparivano irrealizzabili.

E così ci hanno dato dentro con i marchi che rappresentano molto più di un status, soprattutto per una signora: tra gli acquisti effettuati a sbafo, ci sono le borse di Louis Vuitton e gli accessori di Calvin Klein. Per lui invece un impianto stereo e un computer. Entrambi hanno puntato sulla qualità e sulla sicurezza che possono dare i brand consolidati. P oca roba, ma di altissima qualità insomma.

La perquisizione

Il cerchio si è chiuso quando una perquisizione domiciliare ha confermato i sospetti dei carabinieri: la merce illecitamente acquistata è stata trovata nella casa dei due ed è stata sottoposta a sequestro. C’erano le borse di Louis Vuitton, c’erano gli accessori di Calvin Klein, il computer e l’impianto stereofonico.

nIl riscontro con gli scontrini e con la traccia lasciata dalla carta di credito della loro datrice di lavoro, ha inchiodato i due alle loro responsabilità: i conti tornano.

Notevole la cifra che sono riusciti a spendere alle spalle della legittima proprietaria della carta: diciottomila euro nell’arco di poco tempo e accumulando tutto sommato pochi, ma ben mirati acquisti.

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