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Giovedì 14 Aprile 2011
I Paperoni abitano ancora qui
Nel Comasco sono 8.128
Eredità provenienti dall'epopea tessile, vendita di immobili di pregio un tempo di proprietà e, infine, la recente regolarizzazione dei capitali detenuti all'estero a seguito dell'adesione allo «scudo fiscale». Sono le tre principali tipologie di ricchezza che un'indagine sul «Mercato italiano del private banking nel 2010» curata dall'Associazione Italiana Private Banking individua come preponderanti a Como e provincia.
Tre, come detto in apertura, i fattori principali che concorrono alla formazione delle ricchezze familiari lariane. La prima riguarda i patrimoni accumulati dalle generazioni passate. Tra questi, la parte del leone la fanno le attività tessili (tessiture, tintorie, stamperie e converter) che, ben gestite nel tempo, hanno generato ulteriore ricchezza di natura finanziaria. In momenti più recenti, da non sottovalutare è la ricchezza prodotta dall'alienazione di immobili residenziali di grande pregio. Ville, palazzi e giardini situati negli angoli più pittoreschi del Lago di Como hanno fatto sbocciare fortune considerevoli a favore dei fortunati proprietari. Da ultima, ma non certo ininfluente, è la ricchezza seguita alla operazioni volte alla regolarizzazione dei capitali precedentemente detenuti all'estero; lo «scudo
fiscale», insomma, ha rappresentato una discreta fonte di emersione delle ricchezze comasche. Su scala nazionale, la Lombardia si conferma come la regione dove la ricchezza private si concentra maggiormente: circa il 30% in termini di volumi, il 24% per numero di famiglie. Nei dintorni della Madonnina, 149.382 famiglie (con una leggera crescita, lo 0,1% rispetto al 2009) detengono 266,567 miliardi di euro, pari al 29,74% del totale nazionale (dato in crescita del 3,31% rispetto al 2009). In Italia, la ricchezza private è legata a persone ancora attive professionalmente (75%). In particolare, il 40% della ricchezza ha origine dal lavoro imprenditoriale, il 23% appartiene a pensionati e il 2% a ereditieri. Bassa, a livello nazionale, la propensione al rischio: la paura di perdere il capitale resta, ovviamente, la preoccupazione principale della clientela, a maggior ragione dopo la crisi finanziaria del 2008-2009. Di conseguenza, la propensione alla richiesta di sicurezza dell'investimento si riflette in un aumento dei prodotti assicurativi in portafoglio (18,6% rispetto al 17,3% nel 2009).
Alberto Gaffuri
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