I profughi di Olgiate
fanno i coltivatori

Olgiate ComascoHanno iniziato dall’orto dell’oratorio

Ora si occupano di un campo vicino al cimitero

La responsabile: «Li aiutiamo a imparare un mestiere»

I profughi diventano coltivatori di verdure biologiche per la comunità che li ospita. Un esempio concreto di integrazione, nato dalla collaborazione tra la cooperativa “Si può fare” della Caritas di Como con la Caritas parrocchiale di Olgiate.

L’idea è tanto semplice, quanto efficace: impiegare i migranti nella cura di un appezzamento coltivato a ortaggi per produrre ottime verdure da vendere e, nel contempo, far acquisire abilità professionali che possano tornare utili nella ricerca di un’occupazione. Tutto è partito dall’orticello parrocchiale.

«In oratorio c’è un piccolo orto per i sacerdoti – spiega Bruna Bottelli, responsabile della Caritas parrocchiale – Il primo anno che avevamo migranti ospiti in casa parrocchiale, avevamo pensato di metterlo a disposizione per il loro fabbisogno alimentare. Avendo notato che qualcuno di loro lo coltivava con grande passione, abbiamo pensato che potessimo ampliare l’iniziativa e farla diventare un’occasione, anche per altri migranti, di occuparsi di qualcosa che li tenesse impegnati e che, oltre a tornare utile alla collettività, potesse servire ai profughi per imparare un mestiere». Le verdure vengono vendute direttamente al campo dal martedì al sabato dalle 9 alle 11.

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