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Lunedì 27 Aprile 2009
I vecchi guai della società
con sede nello studio Bruni
Alcuni protagonisti del progetto finito sul tavolo del capo dello Stato
coinvolti in un’inchiesta aperta dalla procura per un abuso a Garzola
La srl proprietaria al 50% della società costruttrice del contestato condominio di via Mocchetti, quello - per intenderci - sul quale un cittadino comasco ha presentato un ricorso urgente al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è protagonista di un’inchiesta per abuso edilizio che la procura di Como ha aperto su un cantiere a Garzola. L’amministratore unico della "Como investimenti srl", società con sede in via Ferrari 14, ovvero lo studio da commercialista del primo cittadino di Como Stefano Bruni, era stato indagato nei mesi scorsi (l’ipotesi di reato parla di violazione del testo unico in materia di edilizia e di lavori non autorizzati su aree sottoposte a vincolo ambientale e paesaggistico) dopo che la magistratura aveva messo i sigilli - poi tolti - al cantiere per la realizzazione del residence "Il Belvedere" di via per Brunate. Tutta colpa di un box auto di troppo, realizzato in difformità rispetto al permesso di costruire autorizzato dall’ufficio urbanistica di Palazzo Cernezzi.
L’ESPOSTO DEL VICINO L’inchiesta sul cantiere di Garzola era stata aperta dopo che il vicino di casa del nascente residence aveva intrapreso una sua battaglia legale contro l’intervento edilizio. Dapprima con un ricorso al Tar, quindi con una segnalazione presentata all’ufficio Pianificazione del territorio del Comune di Como. Sia i giudici amministrativi che il dirigente di Palazzo Cernezzi, Roberto Laria, avevano imposto la sospensione dei lavori per la realizzazione di un nuovo piano interrato del garage, ma gli operai - avrebbe accertato la procura su tempestiva segnalazione del solito vicino - non si sarebbero fermati e così era intervenuta la magistratura, che aveva messo sotto sequestro una parte del cantiere e aperto un fascicolo.
Sotto inchiesta. Nell’indagine finirono, tra gli altri, Gianluca Folini - l’amministratore della "Como investimenti", nonché anche proprietario del 2% della società, il cui restante 98% appartiene a una fiduciaria di Milano - e il direttore dei lavori Giovanni Dall’Oca, che ricopre lo stesso ruolo anche nel cantiere per la residenza di via Mocchetti, oggetto del ricorso urgente al capo dello Stato.
Finire sotto accusa, per un costruttore edile, può accadere. E infatti proprio l’architetto Dall’Oca era uscito pulito da un’indagine che lo aveva visto suo malgrado protagonista assieme all’ex coordinatore di Forza Italia Paolo Bortolotti (anche lui prosciolto da ogni accusa, in quell’indagine) su una presunta discarica abusiva a Camnago Volta.
Tornando al cantiere di Garzola, l’inchiesta è ormai chiusa, ma bisogna attendere le decisioni del giudice delle indagini preliminari per conoscere le sorti degli indagati.
VIA FERRARI 14 La srl finita nel fascicolo sui presunti abusi di via Per Brunate, e con sede in via Ferrari 14, detiene metà delle quote sociali della "Il Colle di Como", la società che sta realizzando l’intervento ai margini della Madruzza su cui si attende il pronunciamento del presidente della Repubblica, sollecitato da un residente di via Mocchetti. Difficile accertare chi siano i proprietari della "Como investimenti". La srl, infatti, è l’unica società, tra il novero di quelle in qualche modo collegate - a cascata - alla "Il Colle di Como" e tutte con sede nello studio del sindaco (come ad esempio le srl "Il Cristallo" e "Residenze Lariane") ad avere, tra i soci, una fiduciaria.
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