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Domenica 26 Aprile 2009
I vecchi guai della srl con sede da Bruni
Alcuni protagonisti del progetto di via Mocchetti coinvolti in un’inchiesta per un abuso a Garzola
La srl proprietaria al 50% della società costruttrice del contestato condominio di via Mocchetti, quello - per intenderci - sul quale un cittadino comasco ha presentato un ricorso urgente al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è protagonista di un’inchiesta per abuso edilizio che la procura di Como ha aperto su un cantiere a Garzola. L’amministratore unico della «Como investimenti srl», società con sede in via Ferrari 14, ovvero lo studio da commercialista del primo cittadino di Como Stefano Bruni, è stato indagato nei mesi scorsi (con l’accusa di violazione del testo unico in materia di edilizia e per aver eseguito lavori non autorizzati su aree sottoposte a vincolo ambientale e paesaggistico) dopo che la magistratura ha messo i sigilli - poi tolti - al cantiere per la realizzazione del residence "Il Belvedere" di via per Brunate. Tutta colpa di un box auto di troppo, realizzato in difformità rispetto al permesso di costruire autorizzato da Palazzo Cernezzi. Nell’inchiesta finirono tra gli altri Gianluca Folini - l’amministratore della «Como investimenti», nonché proprietario del 2% della società, il restante 98% appartiene a una fiduciaria di Milano - e il direttore dei lavori Giovanni Dall’Oca, che ricopre lo stesso ruolo anche nel cantiere per la residenza di via Mocchetti.
La srl con sede in via Ferrari detiene metà delle quote sociali della «Il Colle di Como», che sta realizzando l’intervento ai margini della Madruzza su cui pende l’esposto al capo dello Stato. La «Como investimenti» è l’unica società, tra il novero di quelle in qualche modo collegate - a cascata - alla «Il Colle di Como» e tutto con sede in via Ferrari (come ad esempio le srl Il Cristallo e Residenze Lariane) ad avere, tra i soci, una fiduciaria di proprietà al 100% di Bancaperta, Spa del gruppo del Credito Valtellinese.
Finire sotto accusa, per un costruttore edile, può accadere. L’inchiesta sul cantiere di Garzola è ormai chiusa, ma bisogna attendere le decisioni del giudice delle indagini preliminari per conoscere le sorti degli indagati.
Intanto, sono state rese note le tavole e i progetti del condominio di via Mocchetti 13, oggetto dell’esposto al capo dello Stato nel quale un cittadino chiede la sospensione dei lavori, dalle quali emergerebbero le difformità tra il progetto autorizzato dal Comune con il permesso di costruire e ciò che viene proposto agli aspiranti acquirenti degli appartamenti con impagabile vista sulla città e sul lago. Balza agli occhi, in particolare, il dimezzamento di due box auto al pian terreno con conseguente realizzazione di alcune camere da letto e la trasformazione del sottotetto da ripostiglio ad ampia zona notte.
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