Da ormai molti anni la Lombardia, regione più popolosa di Italia, è retta dallo stesso governatore che si candiderà per la quarta volta consecutiva. Lo trovo un paradosso. I sindaci di piccoli comuni, anche di poche centinaia di abitanti, non possono presentarsi per più di due mandati consecutivi. Il presidente americano può essere eletto al massimo due volte, per un massimo di otto anni. È il caso di rivedere qualcosa in questi meccanismi elettivi per il Presidente di una regione. Venti anni di Lombardia amministrata da un solo uomo mi sembrano sinceramente troppi. Senza entrare nel merito di come è stata amministrata. Ritengo che i sarebbe opportuno inserire almeno una pausa, se non proprio un limite dei mandati. La pausa potrebbe aiutare a far scoprire volti nuovi, anche del medesimo schieramento politico, i quali, magari,potrebbero dimostrarsi migliori dei precedenti.
Devis Tonetto
L'altro ieri Giulio Andreotti ha compiuto 91 anni, nacque quando si costituiva il Partito popolare di Sturzo e il fascismo era agli albori. È stato per sette volte presidente del Consiglio e per ventuno ministro, ha trascorso undici legislature in Parlamento eppure mostra meno rughe e più vivacità di molte new entry della politica. L'esperienza è spesso il nome dato agli errori compiuti, ma talvolta è un prezioso valore aggiunto: l'essere una novità non rappresenta di per se stesso un fattore positivo. Ben vengano i ricambi, ma se son meglio dei pezzi (absit iniuria) da sostituire: se no, meglio tenersi l'usato garantito. Nello specifico e guardando dentro la bottega della politica, va detto che Formigoni sta impoltronato a Milano da quattro lustri essendogli stato impedito d'andare altrove, dove avrebbe meritato di traslocare: per esempio in un ministero di primo piano. Ma Formigoni, oltre che rispettato, è temuto dai suoi compagni di partito, che lo individuano come l'autentico delfino di Berlusconi. Una valutazione non estranea neppure al premier che ha sempre preferito tenere il leader ciellino lontano da Roma. Se ne ebbe la prova subito dopo le ultime elezioni politiche, quando il prezzo per l'abbandono del Pirellone fu fissato da Formigoni nel dicastero degli Esteri. Non se ne fece nulla nel timore che il governatore lombardo avrebbe fatto troppo - e bene - in giro per il mondo. La Lega l'avrebbe scalzato volentieri dal più alto scranno padano, ma Berlusconi può concedere tutto a Bossi tranne che d'imporgli il successore agevolandone la scalata al trono. Deciderà lui chi incoronare, e non altri d'incornarlo.
Max Lodi
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