Sarà anche un luogo comune, ma davvero la sinistra non finisce mai di farsi male da sola. I vertici del Pd hanno cercato di imporre il ritiro di Vendola dalla ricandidatura a presidente della Regione, poi di non far svolgere le primarie che davano la parola agli elettori, quindi si sono spesi, con D’Alema in avanscoperta, per sostenere Boccia. L’esito di tutto questo darsi da fare è stato disastroso. Forse era il caso di rimanere più quieti e di lasciare che le cose andassero secondo il loro corso. Forzare la realtà non è sempre producente, e la sinistra lo sa bene. Ma riuscirà mai a fare tesoro degli errori compiuti o è invece destinata a ripeterli?
Gino Canali
Cominciamo da una riflessione in positivo, perché c’è anche quella. E diciamo ch’è stato un gran successo l’adesione alle primarie. Confermano che le gente vuole partecipare alle scelte politiche, e aspetta solo che gliene venga fornita l’occasione. Sia pure dopo tentennamenti e stranguglioni, il Pd gliel’ha concessa e questo (almeno questo) è un suo titolo di merito. Diciamo poi ch’è stato un atto di coraggio fare della Puglia il laboratorio d’un progetto da estendere a livello nazionale: la stipula d’alleanze con l’Udc, e con quant’altri ci stanno, per sconfiggere Berlusconi. La base ha risposto non secondo le attese del vertice, ma lo ha fatto proprio riaffermando (paradossalmente) la sua fiducia nell’identità del Pd e d’una certa sinistra che crede nel bipolarismo e diffida delle frammistioni. Tanto più dei ritorni al passato.
E’ tuttavia curioso che la difesa del passato del Pd confligga con la tutela del suo presente, immaginato da chi guida oggi il partito in modo diverso da molti che ne sono guidati. E curioso è pure il deficit di capacità nel prevedere (e nel governare) l’atteggiamento dei militanti e/o dei simpatizzanti nelle primarie: se manca un simile controllo, il futuro diventa incontrollabile. La realtà racconta infatti d’un partito liquido (il Pd di Veltroni) che non c’è più, se mai c’è stato; e d’un partito tradizionale (il Pd di Bersani) che non c’è ancora, pur essendoci già stato. La sensazione è che ci si trovi per l’ennesima volta a un punto e a capo, senza che un capo (riconosciuto) possa dirsi gratificato da un tonificante consenso; e senza che un punto (fermo) sulla strategia di rilancio abbia trovato collocazione nella pagina ancora bianca del rinnovamento. Commettere errori non è prerogativa della sinistra, scoprire rapidamente il modo per metterli a profitto neppure. Più che il ripetersi del primo atteggiamento, a preoccupare è il reiterarsi del secondo.
Max Lodi
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