Il Como scommette sul vivaio
Galia: «Torneremo grandi»

I responsabili del settore giovanile: «Progetto a lunga scadenza, chiediamo la collaborazione delle società del territorio. La curiosità: i ragazzini sono obbligati ad indossare scarpe da calcio di colore nero

«Vorremmo tornare ai tempi di Mino Favini, quando il Como ogni anno lanciava in prima squadra ragazzi cresciuti nel settore giovanile». Come fu per Roberto Galia, oggi responsabile del vivaio azzurro.

«Feci un provino a 12 anni - ricorda il “terzino” Galia - ma fui scartato. Il Como mi prese l’anno dopo. Iniziai così tutta la trafila nelle squadre giovanili fino ad arrivare ad esordire in serie A» . A 18 anni, il 10 maggio 1981, Como-Napoli(0-1). Due settimane dopo Galia segnerà al Sinigaglia il 2-1 contro il Bologna, una vittoria che regalerà la salvezza al Como.

Da due stagioni Roberto Galia e Silvano Fontolan (altro grande ex) stanno portando avanti il progetto di rilancio del settore giovanile. Con l’arrivo della presidenza Porro la società lariana

ha decisamente puntato sulla creazione di un vivaio competitivo, pur sapendo che i frutti potrebbero arrivare solo tra qualche anno .

«E’ per forza un piano a lunga scadenza - dice Galia - . Abbiamo ereditato una situazione complicata, con tante squadre giovanili da ricostruire. Abbiamo nel frattempo ingaggiato tecnici preparati e già in questa stagione si sono visti risultati positivi».

ma per arrivare lontano bisogna partite dal “basso”, ovvero dai pulcini. Responsabile del settore di base è Sergio Marelli . Fondamentale è la collaborazione con le società del territorio. «Proprio per questo - spiega marelli - il 19 marzo presenteremo al centro sportivo di Grandate il progetto Herons, un gemellaggio fatto di cose concrete, che valorizzerà le società che vorranno aderire all’iniziativa e nello stesso tempo darà la possibilità ai giovani calciatori di apprendere ulteriori nozioni calcistiche» .

Marelli e lo staff del Como baby puntano molto anche sull’aspetto educativo dei ragazzi. Un esempio?

Tutti i ragazzi dell’attività di base (dai giovanissimi ai pulcini) sono obbligati ad indossare scarpe di calcio di colore nero. «Abbiamo cercato di far capire ai nostri giovani - spiega marelli - che l’importante è il colore della maglia, non quello delle scarpe. I ragazzi devono innamorarsi della maglia del Como...»

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