Il Comune autorizzò box, vendono camere

Il condominio di via Mocchetti oggetto di un esposto a Napolitano potrebbe crescere di 600 metri cubi

Eccole le piantine del condominio di via Mocchetti inviate al capo dello Stato per dimostrare le difformità tra il progetto autorizzato dal Comune di Como, che su quegli elaborati ha dato il permesso a costruire, e ciò che viene invece proposto agli aspiranti acquirenti degli appartamenti con impagabile vista sulla città e sul lago. Difformità che, stando a un esposto presentato da un cittadino al presidente della Repubblica, giustificherebbero - assieme ad altre considerazioni tecniche - lo stop del cantiere.
In questa pagina abbiamo pubblicato i prospetti del piano terra e dell’ultimo piano, il quarto. Balza agli occhi, guardando le mappe dei locali, il dimezzamento di due box auto al pian terreno con conseguente realizzazione di alcune camere da letto e la trasformazione del sottotetto da ripostiglio ad ampia zona notte.
Scrive il cittadino nel suo esposto: «Non v’è chi non veda come il materiale progettuale» distribuito dalla "Il Colle di Como srl", la società costruttrice, agli aspiranti acquirenti «non corrisponda al progetto assentito con il permesso di costruire». Per quanto riguarda il pian terreno: vengono realizzati «spazi abitativi con permanenza di persone», in particolare tre stanze da letto, «al posto dei previsti box e deposito biciclette, con incremento del volume edificato di circa 200 metri cubi». Sul quarto piano: «Trasformazione dei ripostigli previsti a progetto in spazi abitativi, con incremento del volume edificato di circa 180 metri cubi». In effetti si vede, nel permesso di costruire, l’intero piano quarto vuoto, perché non abitabile, ma nell’elaborazione fatta dallo studio Art domus per la "Il Colle di Como" compaiono tre stanze da letto nuove, due bagni, una finestra e una portafinestra.
Ma perché presentare un progetto destinato a essere stravolto? Secondo il ricorso, dal confronto tra le mappe allegate all’esposto si evincerebbe «un incremento del volume edificato parti a circa 600 metri cubi, a fronte dei circa 1,6 metri cubi disponibili secondo i calcoli allegati al progetto». In sostanza, si spiega nel ricorso: presentando in Comune delle mappe come quelle distribuite agli aspiranti acquirenti il permesso di costruire non sarebbe stato concesso.
I proprietari della società che sta realizzando l’intervento immobiliare nella piccola via ai lati della Madruzza, una terrazza con imperdibile vista sulla città e sul lago, sono due e fanno entrambi capo allo studio da commercialista del sindaco Stefano Bruni, al civico 14 di via Ferrari. Si tratta di un privato già amministratore di una società con sede proprio in via Ferrari e di una srl, la "Como investimenti", anch’essa con sede in via Ferrari. La quota di maggioranza di quest’ultima società appartiene a una fiduciaria legata a una Spa che fa parte del gruppo del Credito Valtellinese.

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