lasceremo la fontana così com’è». No, non può finire così, sembra uno di quei finali che, all’ultimo secondo, ribaltano l’esito di una partita, anzi di un torneo giocato con la fame di vittoria tra i denti.
Una fame che diventa poi dolore fitto allo stomaco perché non viene saziata dal cibo della vittoria. Questa volta la vittoria sfumata è sugli imbrattatori, chiamarli writer è un regalo. Gli imbrattatori hanno di nuovo insudiciato piazza Gobetti e la sua fontana e hanno pure fatto un campionario delle loro azioni su Facebook. Lo hanno fatto dopo che l’associazione Per Como pulita aveva tolto le scritte più e più volte, ingaggiando una guerra di battaglie che parevano vinte. Adesso tocca invece registrare un ko.
Gli imbrattatori hanno rilanciato la stupida sfida a colpi di spray e i volontari hanno detto «basta, a questo punto abbiamo deciso di lasciare la fontana così com’è. Un po’ perché sia da monito, un po’ in attesa che il Comune intervenga a posizionare le telecamere. In questo modo, se proprio i vandali vogliono, possono scarabocchiare i loro scarabocchi».
Come dar loro torto? Tanto più che il vandalismo ha tanto di firma Gct (Ganja Como Town) e dei suoi autori si può tranquillamente consultare la “produzione” in un ventaglio di foto campionate su Facebook. Veri professionisti dell’imbrattare, forse hanno messo sul web le foto delle loro azioni per... farsi dei clienti. Chissà mai, magari penseranno, che qualcuno ci commissioni un bell’atto vandalico sul muro del vicino di casa. In tempo di crisi è spirito imprenditoriale, stupido però.
E davvero cadono le braccia e vedere, per l’ennesima volta, vanificato il proprio lavoro di pulizia della città ,e hai voglia a ritrovare l’entusiasmo dopo che persone, che probabilmente non hanno nulla da fare per battere la noia che spingere il dito sull’erogatore di vernice, si divertono a scarabocchiare muri e fontane appena pulite.
Quello che chiedono i volontari di Per Como pulita ora è un intervento da parte delle forze dell’ordine. L’associazione ha fornito alla Questura e al Comune un dossier con informazioni dettagliate e foto che potrebbero servire alle indagini.
C’è la firma dei responsabili, ci sono le foto, su Facebook c’è anche un cartello stradale con la scritta “Como” scarabocchiata, Gct la mostra come un trofeo da alzare al cielo. Uau!
Ora c’è da sperare, anche se si fa fatica, che la piazza Gobetti imbrattata e lasciata sporca davvero possa far riflettere qualcuno, difficile che riesca a far pensare i vandali, ma la speranza deve essere l’ultima a morire.
Ad ogni modo la domanda più interessante a corredo di questa demoralizzante vicenda la pone proprio la referente di Per Como pulita «seriamente - si chiede Anna Ballerini - vogliamo una città così? Degrado chiama altro degrado. Vogliamo far capire ai giovani che le regole vanno rispettate?», certo che vogliamo, ma chi lo vuole lo fa già, il problema è chi di regole non ne vuole, o meglio vuole solo le proprie, quelle delle proprie azioni vandaliche in vetrina su Facebook.
Ma se si potesse scarabocchiare Facebook e lo si facesse sulle foto-campionario degli imbrattatori cosa direbbero i Gct? Di certo non «la grande famiglia» e «dajeee gentagliaa!!» come scrivono sul proprio profilo. O forse sì? Forse che imbrattare tutti insieme dia la sensazione di far parte di una “grande famiglia”? Se fosse così davvero non si sarebbe persa la battaglia di piazza Gobetti, ma molto di più.
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