Salute
Lunedì 16 Luglio 2012
Il dolore colpisce 1 italiano su 4
Una rete italiana lo combatte
Le cure palliative e le terapie contro il dolore. Sono i nuovi obbiettivi che la medicina italiana si è data per mettere in piedi ed estendere il sistema di cura. Oltre al dolore oncologico, le principali fonti sono la testa e la schiena
emersi alla presentazione del 14/o congresso mondiale sul dolore, organizzato dall'Internationl association for the study of pain (Iasp) a Milano dal 27 al 31 agosto.
"Non c'è solo il dolore oncologico - precisa Paolo
Marchettini, presidente del comitato organizzativo locale del
congresso - che colpisce 200mila persone in Italia. Le
principali cause di dolore sono il mal di schiena e il mal di
testa, responsabili della metà delle visite dal medico di
medicina generale".
Il paziente tipo è donna, tra i 35 e 50
anni, con mal di testa e dolori diffusi, di reddito familiare
tra i 20mila e 40mila euro l'anno, sottoposta a molti fattori di
stress e con un'educazione medio-bassa. "C'è una relazione
inversamente proporzionale tra grado di istruzione e persistenza
del dolore - continua - Il 30% dei cittadini con bassa
istruzione soffre di dolore severo, contro il 18% di quelli con
un grado di istruzione elevato. Probabilmente perchè il
paziente istruito sa comunicare meglio i propri sintomi".
Quanto alla terapia del dolore e le cure palliative, dal 2010
l'Italia ha una legge all'avanguardia, ma che, aggiunge Oscar
Corli, direttore del centro per la ricerca sul dolore
dell'istituto Mario Negri di Milano, "ha da qualche mese visto
il suo completamento con i decreti attuativi e un'applicazione
ancora disomogenea".
Secondo i dati dell'Osservatorio cure
palliative, in Italia ora ci sono 230 hospice, 353 unità di
cure palliative e 245 organizzazioni no profit che offrono
assistenza.
Per quanto riguarda la terapia del dolore, secondo
il decreto che dovrebbe essere approvato in questi giorni dalla
Conferensta Stato-Regioni, il sistema sarà organizzato su 3
livelli: ambulatori dei medici di base, spoke ambulatoriali e
hub, cioè strutture ospedaliere con posti di ricovero. Con
queste caratteristiche ci sono 44 potenziali hub in Italia di
cui 17 al Nord, 11 al Centro, 10 al Sud e 6 nelle isole.
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