Cos’hanno in comune Mark Zuckerberg, Daniel Ek, Richard Branson, gli eredi della famiglia reale saudita Al Saud, George Clooney e tantissimi altri, ognuno potente e di spicco nel suo ruolo, politici, imprenditori, guru della finanza, del web, attori, scrittori che cercano un angolo di pace e di fascino?
La risposta non è neppure tanto difficile, quasi banale per chi scorre con attenzione le cronache: tutti costoro e molti altri scelgono il lago di Como come buen retiro, luogo di vacanza ideale, location per concludere affari e riflettere sulla propria missione nel mondo.
Gli ultimi in ordine di tempo - e di cui potrete avere conto nelle pagine di cronaca - sono proprio Mark Zuckerberger e Daniele Ek, rispettivamente l’ inventore del fenomeno social che ha cambiato il mondo del web denominato Facebook e lo svedese che ha rivoluzionato il mercato musicale dando vita a Spotify. Il secondo si è sposato a Villa Pliniana e il primo era tra gli invitati insieme alla gentile consorte. Ma negli ultimi giorni questo è stato il terzo matrimonio di super vip che si è consumato tra le due sponde del lago, con tanto di feste, pranzi e ricevimenti nelle ville e nei resort più eleganti. Nel prossimo fine settimana, poi, questa fetta di Lario sarà blindata, anche nel cielo, per gli arrivi annunciati al tradizionale appuntamento del Forum Ambrosetti. E anche in questo caso la lista dei nomi di spicco riprende il meglio delle cronache economico-politiche globali. Una volta di più, quindi, il lago di Como si conferma come il crocevia del mondo che conta, di chi coltiva i prodotti capaci di cambiare la nostra vita di tutti i giorni, di alimentare le tendenze che muovono flussi di denaro da nove zeri in su, di discutere e affrontare i principali temi dell’agenda politica mondiale, crisi comprese.
Non è un fenomeno di oggi: il Lario, nella sua storia, ha sempre avuto una capacità attrattiva che poche altre location, anche più modaiole, hanno avuto. Se Winston Churchill, appena finito il secondo conflitto mondiale, è approdato a Cernobbio non è un caso, al di là della leggenda sui diari di Mussolini. E con lui, prima e soprattutto dopo, legioni di americani e britannici conquistati da questo luogo di grande attrattiva naturale che si coniuga con la tranquillità dei borghi e la riservatezza di luoghi e gente, il Lario oggi sfrutta la velocità e la condivisione della Rete per svelare, seppure parzialmente tra mille protezioni, i suoi estimatori. Proprio internet - e, guarda caso, il Facebook di Zuckerberger - sono il motore e il moltiplicatore di questo successo che per Como e i suoi centri è con tutta probabilità solo all’inizio. Il sorgere di resort sempre più esclusivi e lussuosi, le ristrutturazioni e gli acquisti di dimore storiche e prestigiose da parte di russi, mediorientali, cinesi, indiani, americani ovviamente, e ricchi di ogni etnia sono la prova di questo connotarsi del lago come location ideale che supera la realtà filmica dello sfondo romantico ed elegante usato per centinaia di pellicole. Un Lario polo del luxury e di chi è famoso e bravo è un tesoro inestimabile di cui forse ancora in pochi si stanno rendendo conto appieno: le copertina dei magazine internazionali, il ritorno virale sul web, il propalarsi delle foto e dei video sono solo lo spunto, il primo passo per fare del Lario il benchmark del successo e di chi ha successo, fattore di propulsione di un’economia che, a questo punto, di locale ha poco.
Occasione ghiotta, perciò, da non perdere e non sciupare per incapacità di cogliere la portata del fenomeno. Occasione per chi deve pianificare lo sviluppo e individuare, prima di coltivare, i canali di promozione. Occasione per chi abita a Como e sul lago di essere orgogliosi di chi, seppure in una villa o in un resort, viene dall’altra parte del mondo per emozionarsi nell’osservare il tramonto che si riflette sul lago.
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