Il giovane partito con la valigia di cartone. «Così sono riuscito a realizzare un sogno»

Uggiate Trevano Lo Monaco ha salutato la sua Caltanisetta per lavorare come muratore. Poi costituì la sua impresa edile che festeggia mezzo secolo: «Sono rimasto un artigiano»

Cinquant’anni di calcestruzzo: si presenta così Luigi Lo Monaco, 83 anni e da mezzo secolo impresario edile. Nel 1972, costituì l’omonima ditta; a poco a poco vi ha inserito i cinque figli, Fabrizio Aldo, Francesco, Tiziano, Damiano e Matteo, 18 anni di differenza tra il primo e l’ultimogenito, quattro operativi nei cantieri e uno in ufficio. E la ditta prese il nome di Fd Fratelli Lo Monaco. «Il mio forte è il calcestruzzo, cioè sono le strutture», precisa, da ragazzo partito con la valigia di cartone da San Cataldo, provincia di Caltanisetta, il 15 giugno del 1960 per lavorare da muratore in Canton Ticino, insieme a un fratello.

È rimasto 11 anni oltreconfine e poi è tornato in Italia, ha trovato un ragazzino di 16 anni come aiutante e si è messo in proprio, in una zona come quella dell’Uggiatese e dintorni in cui la popolazione è pressoché raddoppiata dagli anni ’70 ad oggi. E sono raddoppiate anche le costruzioni. «Ho sempre lavorato senza sosta – dice l’impresario – E sempre con passione. Ho costruito case private e mi sono occupato anche di ristrutturazioni e di manutenzioni. Per 19 anni, mi hanno affidato la manutenzione di uno stabilimento molto importante, lavoravamo pure di notte per non intralciare la produzione ed è stato un periodo intenso che mi ha dato tante soddisfazioni».

Ma non solo: «Ho lavorato anche per i Comuni, c’è la mia opera in edifici pubblici - racconta - e ho sempre pensato ai ragazzi e alle persone che li avrebbero frequentati. Per questo, ci mettevo le mani e la testa, ma anche il cuore». Ha fatto studiare i figli; s’è fatto un nome. È arrivato anche a 16 dipendenti, ma «non sono mai stato un padre – padrone: consideravo la ditta come una famiglia, nella fibra sono rimasto un artigiano che, come si dice, non si toglierà mai la calce dalle unghie. Siamo partiti dal niente e abbiamo sempre cercato di essere umili e di andare d’accordo».

I cambiamenti nel settore

In tutti questi anni, le tecniche edilizie sono cambiate, come sono cambiati l’ambiente e le relazioni. «È cambiato tutto, il lavoro c’è, ma si fa fatica a tenerlo, i margini di guadagno sono diminuiti, la concorrenza è forte e al primo errore, sei fuori mercato», osservano i figli che tornano dai cantieri e passano a salutare papà e mamma, Lucia, arrivano nuore e nipoti e sono in tanti.

Insieme, hanno passato i momenti di successo e i momenti critici, hanno aperto e chiuso lavori, hanno affrontato problemi e difficoltà, hanno guardato al futuro. Forse è questo il loro segreto: la divisione dei compiti e l’affiatamento. Che cosa raccomanda ai figli, con un’esperienza di 50 anni? «State attenti – conclude Luigi Lo Monaco - Solo questo dico loro: state sempre attenti».

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