Il lago sempre più basso
«Colpa dei contadini
No, dipende dalle dighe»

Sono sempre più “nude” le rive del lago, il cui livello scende ancora

Sono sempre più “nude” le rive del lago, il cui livello scende ancora. Non bastassero le immagini delle darsene inaccessibili, dei muri di contenimento “nudi”, tutto raccontano le rilevazioni: siamo a 23 centimetri sotto lo zero idrometrico.

La polemica si riaccende, puntuale come ogni estate, anche se quest’anno, nonostante le temperature particolarmente elevate, sarà difficile invocare, tra le cause, la classica siccità che impoverisce gli invasi in quota, a monte del bacino lacustre.

Lo scorso inverno è stato ricco di precipitazioni, tanta pioggia (ma acquazzoni non sono mancati neppure durante la bella stagione) e, in alto, anche tanta neve, ed è difficile chiarire come sia possibile che il livello del lago sia, a questo punto, così basso. Dodici centimetri sono andati a farsi benedire nel giro di una sola settimana, con l’inevitabile conseguenza che gli occhi di amministratori, residenti e operatori turistici finiscono per puntare tutti sui responsabili del Consorzio dell’Adda che controllano le chiuse di Olginate. Da qui, come noto, defluisce l’acqua del lago, che l’Adda porta nella bassa, a irrigare circa centomila ettari di coltivazioni, fino alla provincia di Cremona, prima di immettersi nel Po a Pizzighettone.

L’amministrazione regionale (per il momento inascoltata) ha chiesto in questi giorni alle società che gestiscono le centrali idoroelettriche dell’arco alpino, di rilasciare quanta più acqua possibile dai loro invasi, alimentati dai ghiacciai, nella speranza che la quota del lago si riassesti mentre proprio il Consorzio dell’Adda ribatte che in realtà il prelievo da parte degli agricoltori è ancora ben al disotto della soglia massima prevista dalla legge.

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