Il maxi tavolo a forma di falco della Vener di Valbrona: «Puntiamo al mercato arabo»

Dopo il tavolo con la forma del Lago di Como l’azienda ha portato al Salone del Mobile un pezzo in legno massello di 7,30 metri con la sagoma del rapace

Un falco con l’apertura alare di sette metri e trenta per strizzare l’occhio al mercato arabo, ma anche una flangia di un oleodotto rivista come complemento di arredo. La Vener di Valbrona, dopo il tavolo con il disegno del Lago di Como dello scorso anno, si è presentata all’ultimo salone del mobile con il chiodo fisso di un mercato dalla grande sostanza.

«Il tavolo di 7 metri e trenta parte proprio dalla volontà di creare qualcosa per il mercato arabo, ho visto l’interesse di quei paesi per il falco – spiega Giovanni Vener titolare della Vener che si occupa prevalentemente di depurazione aria, nastri trasportatori e meccanica ma ultimamente si è ritagliata un incursione nell’arredo - il tavolo con la forma di falco è piaciuto molto, abbiamo preso diversi contatti. Il corpo del falco è realizzato in acciaio inox mentre le due ali di oltre tre metri sono in legno massello».

La Vener è soddisfatta della risposta del visitatore del salone: «Sono anni comunque difficili e diversi, mancano a mio parere un 30% di compratori del lusso per svariati motivi, quelle persone che guardano prodotti di altissimo livello. Credo per un paio d’anni ci sarà da lottare per riprendersi per il post pandemia. Per cercare di attirare la clientela bisognava approntare uno stand fuori dal comune, in giro c’erano molti materiali artificiali e meno legno, quando vedevano il nostro stand con legno e acciaio erano tutti interessati».

A parte il tavolo la Vener ha portato anche altro di curioso e “furbo”: «Abbiamo realizzato una flangia di un oleodotto in acciaio inox con bulloni e viti in legno per un mio cliente in Valsassina e l’abbiamo portata al salone, per questo articolo abbiamo preso due o tre contatti. Poi il mio tavolo con la forma del Lago di Como è sempre richiesto. Se esci dagli schemi piaci, ma chiaro con questi pezzi non puoi fare una produzione di serie ma anche questo è apprezzato: il pezzo unico fatto a mano piace e vogliono soprattutto si capisca che è fatto in Italia. È stata una edizione del salone del mobile più sobria, ma l’importante è si sia riusciti a realizzarla». Giovanni Cristiani

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