Cara provincia
Mercoledì 28 Gennaio 2009
Il nuovo dialogo ci fa digerire l’amara politica
Le nuove aperture fra Lega e Pd inducono e sperare
Mi sorprende molto l’astensione del Pd sul federalismo fiscale approvato dalla Camera. Si è trattato soltanto di un primo passo al quale resta da vedere quanti ne seguiranno, e soprattutto di quale lunghezza e consistenza, tuttavia il maggior partito d’opposizione ha in sostanza avallato un provvedimento cruciale del governo dopo che non tralascia giorno nel quale mettere sotto accusa tutto quello che il governo fa. Si parla tanto di un modo nuovo di essere minoranza e della ormai inderogabile necessità di trattenere un consenso che sembra essere in continuo calando, ma non mi sembra che con queste scelte si recuperi credibilità presso il proprio elettorato. Non vorrei che da una delusione all’altra si passasse a un rafforzamento del partito dell’astensione, quanto mai minaccioso visto che siamo a pochi mesi dal voto.
Marcello Cardona
Non va dimenticato che alla fine della scorsa legislatura, di gran fretta e con i suoi soli voti, il centrosinistra riformò il titolo V della Costituzione all’evidente scopo d’ingraziarsi il favore d’una quota di elettori inclini a darlo alla Lega. Il risultato della mossa tattica si rivelò un fallimento strategico, ma la mossa non poteva (non può) essere dimenticata. E un minimo di coerenza imponeva ora il rispetto dell’orientamento politico che ispirò il legiferare d’allora. È ben vero che da qui alla realizzazione d’un effettivo federalismo fiscale passeranno molti anni e forse non passeranno tutti i provvedimenti indispensabili, però che la strada sia quella giusta sembra non esservi dubbio. A patto che non sia una strada lastricata da ulteriori sacrifici finanziari per i cittadini, ai quali si è promesso che pagheranno meno tasse e non di più, che riutilizzeranno pro domo loro le risorse versate pro cassa pubblica, che vedranno finalmente prender vita un’Italia a geografia politica variabile secondo il merito di ciascuna regione. Aggiungerei che il dialogo apertosi tra Lega e Pd induce a sperare in un suo allargamento ad altre materie e ad altri partiti, ciò che non guasterebbe su grandi temi come per esempio la riforma della giustizia, il cambiamento della legge elettorale, infine la revisione della Costituzione in alcune sue parti modernizzabili. Quando si chiacchiera d’intese bipartisan spesso s’indulge in un accademismo di poca o nessuna sostanza, ed è giusto non astenersi dal deprecarlo; quando le si pratica per davvero nell’interesse di tutti, è ingiusto astenersi dal vedere quel tanto di ciccia che rende meno insapore l’osso politico servitoci alla mensa quotidiana.
Max Lodi
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