Il salone del mobile
e l’esempio che unisce

Che ci fa lo show di lancio del Salone del Mobile nel tempio della moda? Non è una battuta per fare il verso a Enrico Bertolino, il cabarettista e conduttore televisivo che ieri ha presentato la star delle fiere internazionali a Milano.

Piuttosto, è una domanda che trova subito una risposta, e incoraggiante in tempi ancora fragili come i nostri. Fa ciò che ci ha salvati finora come Paese, ovvero unisce le forze, contagia di operosità ma anche di coraggio, semina esempi positivi. Dimostra in tutto il mondo che l’Italia è questa, mica quella matassa di scenette politiche e assurdità burocratiche che scoraggerebbero ogni investimento.

Il condizionale è d’obbligo, perché le aziende italiane - brianzole in testa, guardando il settore di cui stiamo parlando - si sono abituate da un pezzo a questa gara ad ostacoli. Anche se non ne sono ovviamente felici, anche se ciò rallenta molto il loro costante operare e qualcuna ha pagato il prezzo più alto, chiudendo.

Il Salone del Mobile di Milano ieri è andato a presentarsi al Metropol, negli spazi di Dolce & Gabbana, perché ha voluto raccontare proprio questo. Che bisogna rimanere saldamente insieme. Tra imprese, concorrenti ma allo stesso tempo tasselli di un grande mosaico che sa deliziare gli occhi del mondo. Tra comparti, appunto, ed ecco che Milano ha cominciato a mostrarsi in modo sempre più convincente all’estero con questa vetrina e adesso ne attrae altre.

Tra mercati, anche. Perché di fronte a una domanda interna in calo drammatico, l’arredo italiano non ha esitato a partire verso clienti oltre confine prima di altri settori. E facendolo ha guardato con occhi diversi il pianeta. Ha osservato e preso per mano persino la Cina, il “nemico” del tessile a lungo ma non solo. Quella che copiava e che doveva distruggere gli altri: invece ora arriva qui, ci apprezza, anzi ci vuole disperatamente. Ecco che FederlegnoArredo ha addirittura investito in un Salone del Mobile a Shanghai e ha portato a casa fior di soddisfazioni. Sudate, ma importanti, necessarie per far crescere il mercato cinese.

Ecco perché ieri sì, si respirava il glamour. Perché a condurre le interviste c’era un uomo di spettacolo, Enrico Bertolino, che però ha fatto parte anche del mondo dell’economia e ha saputo far sorridere, senza perdere la serietà del tema.

Perché anche di questo c’è bisogno, del sorriso. Della capacità di guardare il lato positivo, che c’è e resiste a dispetto dei tanti problemi altrettanto tenaci. Milano è più bella, quando accoglie gli operatori del mobile da tanti luoghi diversi, e anche quando fa sfilare le meraviglie della moda, del cibo, ora anche dei libri.

Una lezione ritrovata, che deve pure al Salone del Mobile. E un’ottima ragione per cui quest’ultimo può ripartire più carico di energie che mai.

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