Il senso del Maalox
e il turbo del premier

Fenomenologia del Maalox. La pasticca antidolore fa il suo ingresso trionfante nel teatrino della politica, ma dalla porticina dei comici. In queste ore non sarà di certo il solo Grillo (con il supporto magari di Casaleggio) a farne uso. Massicce “ordinazioni” sono in partenza per Arcore e qualche flacone è probabile lo usino anche i Fratelli d’Italia, la galassia implosa dei montiani e il mondo, ormai impalpabile, di Verdi e Italia dei Valori. Colpa di Renzi. O merito di Renzi. Certo che ora con più del 40% può fare o dire (quasi) ciò che vuole. Ilpunto è questo: cosa farà l’enfant prodige della nuova sinistra italiana? Ieri, con mestiere da politico accorto, ha professato umiltà e disponibilità. Il Matteo nazionale si rende conto che essere arrivato di colpo a un consenso tale, di democristiana memoria, è un successo incredibile, ma anche un pericolo. Se non altro perché al prossimo confronto con le urne, il Pd quasi inevitabilmente qualche punto lo perderà per strada. Però oggi Renzi ha un’opportunità immensa, quasi irripetibile, anche se si è votato solo per l’Europa: quella di forzare, premere, affondare sulle riforme vere, quelle forti e decisive, quelle che in Italia non sono mai state fatte e che ci tengono tutt’ora lontane anni luce dalle democrazie del Nord Europa. Renzi e il suo Pd l’appuntamento con le urne che contano ce l’hanno fra quattro anni. Quindi oggi può procedere come un rullo compressore su riforma del lavoro, delle professioni, liberalizzazioni vere, riforma della giustizia, della pubblica amministrazione, lotta alla corruzione e all’evasione, riforma elettorale. E sull’economia. E anche su molto altro.

Su tutto questo può anche permettersi di non contrattare con i mini alleati di Alfano, il quale ha già cercato di avvertire che l’Ncd c’è, è essenziale e il governo non è un monocolore Pd. Lo stesso ha fatto Berlusconi, riaffermando il suo essere “indispensabile” per le riforme. Dietro queste dichiarazioni vi è palpabile il timore che Renzi innesti il turbo, forte della convinzione che a nessuno degli altri conviene andare al voto, magari dopo aver affondato le riforme.Il premier non ha allontanato questo sospetto, in particolare quando ha “aperto” agli scossi grillini: potete partecipare anche voi al tavolo delle riforme, ha detto in sostanza, offrendo al M5s la possibilità di (ri)entrare nel gioco politico che non sia solo una sterile opposizione. Possibilità che, se colta, renderebbe ancora più forte il leader Pd. Praterie aperte, dunque, per Renzi. Che però dovrà forse chiacchierare un po’ meno e agire in fretta, anche e soprattutto dove dovrà far male. Altrimenti per la nuova sinistra italiana sarà la debacle finale.

Renzi, inoltre, ha un’altra opportunità. Con la rottura dell’asse franco-tedesco, e il dilagare dell’euroscettismo, Renzi - complice la vetrina del semestre a guida italiana - può offrire alla Merkel la sponda per la leadership continentale in cambio, ovviamente, di un diverso atteggiamento sull’austerità che consenta all’Unione di non affondare. Draghi dal 5 giugno è pronto a dare una mano, i mercati si sono già espressi, Grillo rischia di ingrigirsi quattro anni all’opposizione e Berlusconi di essere definitivamente pensionato. È la fenomenologia del Maalox, è sufficiente che Renzi ne sia cosciente e ne sfugga alle trappole. Agisca e fra quattro anni il popolo giudicherà.

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