Il sindaco sul caso parcometri:
«Sono legittimi, si va in Cassazione»

Il tribunale aveva respinto un ricorso del Comune contro l’annullamento di una multa in viale Varese: «Soltanto un errore procedurale, la sosta a pagamento non è in discussione. Anche il Tar ci ha dato ragione»

Si torna a parlare di parcometri, in città, dopo il rigetto, da parte del tribunale civile di Como, di un ricorso presentato dal Comune contro l’annullamento di una multa cancellata dal giudice di pace nel novembre del 2014. Il rigetto del ricorso riporta il dibattito all’epoca della delibera con cui, nel 1995, l’allora giunta Botta qualificò come area di elevato interesse urbanistico l’intero territorio comunale, quartieri compresi. Si trattò di un espediente utile ad aggirare la norma del Codice della strada che impone alle amministrazioni di mantenere una proporzione adeguata tra aree per la sosta a pagamento e aree per la sosta libera, in base a un criterio che può essere trascurato soltanto per le zone, appunto, di elevato interesse urbanistico, nell’ambito delle quali si possono piazzare parcometri a piacimento.

Ora: nel novembre del 2014, giudicando quella delibera carente di motivazione, il giudice di pace di Como accolse il ricorso di un automobilista multato in viale Varese, annullando la contravvenzione. Contro quel pronunciamento il Comune ha opposto ricorso, anch’esso respinto, schiudendo in astratto la possibilità, da parte di qualunque “multato”, di rivolgersi a un tribunale e ottenere analoga risposta, almeno secondo la lettura prospettata da Acus, l’Associazione utenti della strada.

Oggi, sul punto, intervengono il sindaco e l’ufficio legale: «Né la sentenza del Giudice di Pace né soprattutto la sentenza del Tribunale di Como consentono di poter affermare che i parcometri di viale Varese sono illegittimi. Tale affermazione induce in errore i cittadini che, nell’ipotesi in cui non versassero il corrispettivo dovuto per il parcheggio sulle strisce blu, sarebbero, comunque, soggetti a valida e legittima multa - dice il dirigente del settore Legale, l’avvocato Maria Antonietta Marciano - Infatti, alla luce della sentenza del Tar Lombardia sulla Ztl di Como e della più recente giurisprudenza della Corte di Cassazione, la perimetrazione della zona in cui non sussiste per il Comune di Como l’obbligo di riservare aree senza dispositivi di controllo è legittima. Per tale ragione, il mancato pagamento del corrispettivo per la sosta dà e darà luogo all’elevazione di verbali legittimi la cui impugnazione, di contro, ai cittadini comporterà solo contenziosi e spese».

La perimetrazione della zona in cui non sussiste l’obbligo di riservare aree senza dispositivi di controllo comprende, come detto, l’intero territorio comunale. Come a dire - ed è questo il punto controverso - il lungolago o il centro storico valgono, dal punto di vista urbanistico, Ponte Chiasso o Albate.

«I parcometri di Como non sono illegittimi - aggiunge il sindaco Mario Lucini -. Come evidenziano i nostri uffici, chi dice il contrario divulga un’affermazione errata giuridicamente. L’oggetto del giudizio è una multa presa in viale Varese. Punto. Tutta la questione relativa alla delibera che definì l’intero territorio comunale zona di “particolare rilevanza urbanistica”, così come la delibera di perimetrazione della Ztl, sono state proprio recentemente confermate dal Tar».

E allora perché il Tribunale ha respinto il rigetto? Il Comune dice che la ragione è legata non già al merito del ricorso ma a un vizio procedurale. E che senz’altro l’amministrazione ricorrerà in Cassazione.

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