Si avvicinano elezioni amministrative che poco hanno di amministrativo e tanto, troppo di politico, e, in questo strano, italico contesto, il voto dei cattolici diventa sempre più determinante. E, di conseguenza da sinistra e da destra vengono lanciati appelli all'elettorato cristiano affinché ancora una volta si comporti come “utile idiota” votando chi non ha mai stimato i cristiani e in particolare i cattolici, facendo strame dei loro principi.
Il cardinal Bertone ha invitato i cattolici a fare politica, portandovi i principi cristiani, in particolare chiarezza di comportamenti, costituzione della famiglia quale unico e vero fondamento della società e riconoscimento delle radici cristiane della civiltà europea. Non si riescono, quindi, a capire e tanto meno a giustificare alleanze spurie di chi si dice cattolico con movimenti politici che combattono questi principi e hanno dei cattolici un'opinione restrittiva e malevola. Non si riesce a capire come cattolici, siano essi dossettiani che casiniani o rutelliani, possano allearsi con Pannella, Bonino e lo stesso D'Alema. Cosa possono mai avere in comune Franceschini, Bindi, Binetti e altri con i radicali italiani e i comunisti? Cosa abbiano in comune, poi, Casini e il suo gruppetto di saltimbanchi alla ricerca di chi dà loro più assessorati e poltrone ben retribuite, se-dicenti cattolici, con gli abortisti, non è chiaro, a meno che per essi valga il detto «con Franza o Spagna, purché se magna». Mi rifiuto di crederlo, non potrebbero essere cattolici. Cosa abbia a che fare la Lega, impregnata di neo-paganesimo celtico e non, con il cattolicesimo, sarebbe tutto da chiarire. È pur vero che i leghisti vanno in chiesa, difendono il crocefisso e le radici cristiane dell'Europa, ma non è ben chiaro quanto lo facciano perché ci credono o per convenienza elettorale. In quel calderone che è diventata l'accorpata innaturale Fi-An, ripieno di uno strano spezzatino fatto di un po' di tutto, ma senza anima e principi che non siano la volontà e i desiderata del padre-padrone, vi è una presenza cattolica che dovrebbe una volta per tutte distinguersi. Diventa quindi sempre più importante per i cattolici la creazione di un loro movimento che li distingua da questi movimenti costruiti e comandati da mestieranti della politica, ai quali i principi etici e religiosi van bene finché servono i loro interessi di bottega.
Molti cattolici non andranno a votare, purtroppo, ma come dar loro torto? Per chi votare anche turandosi il naso e le orecchie, chiudendo gli occhi e sperare che qualcosa possa da questi mestieranti della politica essere costruito per il bene della nazione tutta?
Dr. Carlo Passarotti
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