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Sabato 17 Gennaio 2009
Il futuro delle professionali
in mano agli alunni stranieri
In molti istituti hanno superato il 10%, mentre i comaschi "fuggono" ai licei
Fanno i lavori che "i nostri ragazzi" non fanno più, come si sente spesso dire nei dibattiti televisivi, e stanno studiando per continuare a farli, anche meglio, nel prossimo futuro. Mentre negli ultimi anni è cresciuto notevolmente il numero degli studenti comaschi che hanno scelto i licei, al punto da spingere sia lo scientifico «Giovio» che il classico «Volta» ad aprire nuove succursali, gli istituti tecnici, e soprattutto i professionali, hanno rimpinguato le classi grazie a un’affluenza sempre più massiccia di immigrati. Quasi determinante per la sopravvivenza di scuole storiche della città, legate a doppio filo con il sistema produttivo locale, come il Setificio e la «Leonardo da Vinci».
Il database realizzato dall’Ufficio scolastico regionale in collaborazione con l’Ismu (Iniziative e studi sulla multietnicità) è stato recentemente aggiornato con i dati relativi all’anno scolastico 2007/2008. Limitando l’indagine al Comune di Como, ne emerge che accanto alla consolidata presenza di stranieri nella scuola dell’obbligo (358 alle materne, pari al 14,56%; 594 alle elementari, 14,57%; 342 alle medie, 12,95%), si registra un’impennata nelle superiori: le frequentano 593 figli di immigrati su un totale di 10.150. In percentuale fa 5,84%: un dato eclatante, considerando che solo nel 2007 è arrivata la prima ondata di stranieri (25, per la precisione) all’esame di maturità.
Nella scelta degli indirizzi di studio prevalgono nettamente le scuole professionali: in testa a pari merito, con una percentuale del 12.01%, il «Pessina» e la «Leonardo da Vinci», seguiti dalla «Ripamonti» (11,22%). Numeri leggermente più bassi negli istituti tecnici: 8,99% al «Caio Plinio», 6,90% al Setificio, 4,49% alla Magistri Cumacini. Mentre nei licei sovraffollati, la percentuale di stranieri resta residuale: 3,51% alla «Ciceri», 2,45% al «Giovio» e 1,47% al «Volta». Ma basta dare un’occhiata ai paesi di provenienza, per intuire che la maggior parte degli "immigrati" del Classico ha alle spalle storie molto diverse da quelle delle masse in fuga dal secondo o dal terzo mondo: 3 sono svizzeri, 3 russi, gli altri arrivano alla spicciolata da Paesi Bassi, Finlandia, Giappone... «Perché gli stranieri preferiscono le professionali? Si tratta di un segmento di istruzione verso il quale si rivolgono ragazzi che hanno difficoltà nello studio o che sono motivati da un percorso breve - commenta la preside della "Leonardo" Margherita Cangini -: una situazione in cui si trovano sia gli italiani che gli stranieri. L’attività pratica, inoltre, rende il percorso più facile per chi non conosce la lingua». Già la Magistri Cumacini, osserva il vicepreside Saverio Fresca, è vista come una «scuola difficile» da molti immigrati.
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