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Venerdì 23 Gennaio 2009
Il treno dei pendolari
bloccato per 45 minuti
Utenti infuriati: «Una volta su 3 si arriva al lavoro dopo le 9»
«Con il regionale delle 7,42 - commenta sconsolato Francesco Bari, pendolare comasco che tutte le mattine raggiunge Milano in treno - una volta su tre non riesco a raggiungere l’ufficio entro le 9». Ieri ha vissuto in prima persona i disagi e racconta: «Siamo rimasti fermi per 45 minuti, di conseguenza tutta la linea è andata in tilt. Ormai le soppressioni non sono una novità, ma la regola - prosegue - E quando il treno non viene cancellato, accumula un ritardo variabile tra 10 e 20 minuti, sui 40 di viaggio previsti. In questo modo saltano tutte le coincidenze a Monza e a Milano Centrale, per non parlare dell’orario di arrivo sul posto di lavoro. C’è gente che rischia il licenziamento...». I treni che seguivano quello delle 7,42 hanno accumulato ritardi compresi tra 40 e 50 minuti, a partire dal Cisalpino delle 8,11: «È stato inevitabile, visto il punto in cui si è verificato il guasto - ha spiegato l’ufficio stampa di Trenitalia - Il treno non riusciva a ripartire ed è stato necessario l’intervento di un mezzo di manovra, che l’ha trainato fino a Monza».
Nel mirino dei pendolari c’è sempre il nuovo orario invernale, in vigore dal 14 dicembre scorso: «Prima - dice Francesco Bari - la situazione sulla Como-Milano era molto buona, adesso hanno mandato tutto in malora». Ancor più pesanti i disagi patiti in queste settimane nel tardo pomeriggio, al momento di rientrare a Como: «Con il nuovo orario, chi esce dall’ufficio alle 17,30 ha a disposizione soltanto un treno da Milano Centrale, alle 19,10. Per di più il convoglio arriva da Firenze e quasi sempre è un ritardo, oppure viene soppresso. A fronte di tutto questo, ci ritroviamo i rincari sull’abbonamento mensile». Il portavoce dei pendolari lombardi, Giorgio Dahò, lancia una provocazione: «Non sarebbe fuori luogo il commissariamento delle Fs nella nostra regione, per poi cercare una dirigenza che sia in grado di affrontare seriamente i problemi».
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