Società e Costume
Venerdì 28 Gennaio 2011
Immigrati via dall'Italia per la crisi
Sempre più disdette all'anagrafe
Dal 2007 -20% di iscrizioni dall'estero e +59% di cancellazioni. La crisi economica in Italia rende difficile l'arrivo di stranieri e spinge gli immigrati a trasferirsi in altri Paesi
Sono alcuni risultati di uno studio della Fondazione Leone Moressa, che ha analizzato i dati demografici e le dinamiche migratorie in Italia nell`ultimo biennio. Secondo il dossier in Italia la popolazione straniera residente è aumentata dal 2007 al 2009 del 23,4%: poco più di 800 mila persone in più. L'aumento costante della presenza straniera è dato in prevalenza da un flusso migratorio sempre positivo, ma che negli ultimi due anni a causa della crisi è diminuito: il motivo va trovato sia in una minor quota di stranieri che preferisce l'Italia, sia da un maggior numero di soggetti stranieri che se ne va dal nostro Paese.
Le 108 mila minori entrate rappresentano il 2,6% della popolazione straniera residente. Osservando il dato suddiviso a livello di macroarea si osserva come il tasso aumenta nelle aree meridionali, rispetto a quelle centrali e settentrionali. A livello locale, Torino è la provincia che, con 18mila iscrizioni in meno, è sembrata essere la meno attrattiva rispetto al passato. Seguono a ruota, in termini assoluti, tre province venete Verona (-5.650), Treviso (-4.746) e Padova (-3.592) e due province laziali Latina (-3.249) e Roma (-3.069).
Ma se si rapporta il saldo alla presenza straniera nei singoli territori, si può osservare come siano le province del Sud ad aver perso più appeal: i minori afflussi di stranieri rapportati alla popolazione si fanno infatti più elevati nelle aree di Siracusa (-15,4%), Cosenza e Enna (entrambe con -13,3%). All`opposto, le province di Milano, Genova, Firenze hanno registrato nel 2009 più iscrizioni dall`estero di stranieri rispetto al 2007, determinando un`inversione di tendenza rispetto all`andamento medio nazionale.
«Il minor ingresso di stranieri trova nella crisi la sua motivazione principale - dicono i ricercatori della Fondazione Leone Moressa - il calo della produzione, l`aumento della disoccupazione e le difficoltà complessive hanno reso l`Italia un po' meno attrattiva nei confronti della popolazione straniera. In una situazione in cui i flussi di ingresso di stranieri dall`estero è calato di poco più di 100mila unità, il Governo prevede altrettante entrate attraverso il decreto flussi. Questa è solo una coincidenza, ma anche un sintomo della crisi in atto: le entrate previste di stranieri non andranno a ripristinare i flussi migratori precrisi, ma risponderanno a specifiche esigenze del mercato: le imprese infatti - concludono gli esperti - richiedono meno manodopera straniera rispetto a quanto era stato stabilito nei decreti flussi degli anni passati, quando la situazione economica era più rosea e con migliori prospettive di crescita».
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