In bicicletta fino a Parigi
Poi viene investito “in casa”

L’impresa di Davide Ballabio insieme all’amico Alberto Anzani

Dopo l’impresa, la beffa: travolto da un’auto di suore

«Il mondo è grande, ma può essere tranquillamente girato in bicicletta».

Con questa convinzione Davide Ballabio, carughese classe 1978, ha inforcato la sua bici ed è partito. Destinazione: Parigi.

Mille chilometri giusti giusti percorsi in dieci giorni di pedalate su e giù per Alpi e colline, pianure e campagne. Alla ricerca dell’umanità diversa e sempre uguale dei popoli a noi vicini.

«Il viaggio è stato condiviso con l’amico Alberto Anzani, compagno anche degli altri due percorsi», racconta Davide.

Il cicloturismo, infatti, per i due brianzoli non è una novità: nel 2010 avevano già pedalato fino a Santiago de Compostela, in Spagna, seguendo il lungo percorso che i pellegrini intraprendono fin dal Medioevo , attraverso la Francia e la Spagna, per giungere al santuario di Santiago dove ci sarebbe la tomba di Giacomo il Maggiore.

Nel 2011, invece, era stata la volta di Roma.

«La meta di quest’anno è stata scelta guardando la cartina dell’Europa - ricorda Ballabio - ho pensato che Parigi non fosse poi così lontana e così siamo partiti. Abbiamo scelto di passare per la Valle d’Aosta in modo da poter utilizzare i purtroppo pochi punti d’accoglienza presenti in Italia. Mentre per Svizzera e Francia abbiamo adattato le tappe in funzione dei punti proposti da wrmshower.org, una community di cicloturisti che accoglie a casa loro gli amatori di questo modo di viaggiare. Una grande esperienza che ti permette di conoscere gente e sentire racconti di pionieri del turismo su due ruote».

In Europa è facile viaggiare anche così, grazie alla cospicua presenza di piste ciclabili.

Qui da noi però la musica cambia: «In effetti in Italia sono molto più rare», constata.

E succede che dopo 1000 chilometri senza particolari problemi, Ballabio sia stato investito proprio al suo rientro dalle vacanze. «Ero ad Anzano per una pedalata - racconta - e un’auto con a bordo delle suore mi ha investito in rotonda. Nessuna frattura per fortuna, tanto spavento, qualche sbucciatura e 15 giorni di prognosi, ma mi sento fortunato. La bici non l’abbandono certamente, anzi sto già pianificando il prossimo giro, magari extra europeo».

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