In tremila a Calolzio
senza medico di base

Nuovo appello all’indomani del pensionamento di due dottori: critiche all’Ast che non ha ancora chiarito come ci si debba muovere

«Chiediamo nuovamente al sindaco e all’amministrazione comunale di intervenire per garantire un adeguato diritto al servizio della medicina di base per tutti quei cittadini i cui medici di riferimento si sono ritirati in pensione. Perché la situazione non è affatto cambiata».

Il gruppo civico “Cambia Calolzio” torna sulla questione dei problemi sorti per migliaia di mutuati in città dopo il pensionamento del proprio medico di base. A metà dicembre i consiglieri dell’omonimo gruppo di opposizione avevano scritto al sindaco Marco Ghezzi, ma anche all’assessore regionale Giulio Gallera e all’ordine dei Medici, per chiedere un intervento risolutivo alla situazione degli utenti di Sala che dal pensionamento del loro medico Salvatore Ivan Gangemi si erano ritrovati con una serie di sostituti medici che cambiavano in continuazione. Ora per il gruppo civico “Cambia Calolzio” interviene Giuliano Baracchetti che ha inoltrato le sue preoccupazioni anche al ministro per la salute Roberto Speranza: «Chiediamo all’amministrazione un immediato intervento istituzionale, per i disagi di moltissimi nostri cittadini che si trovano attualmente a non poter adire al proprio medico di famiglia».

Quindi spiega: «Come gruppo civico avevamo già segnalato sia al primo cittadino che all’Ats le nostre preoccupazioni inerenti la cessazione professionale di due medici a partire dal primo gennaio e l’Ats aveva garantito che nessuno sarebbe rimasto senza medico. Una comunicazione rassicurante che è durata lo spazio di un mattino». A fine dicembre si sono ritirati in pensione altri due medici di medicina generale attivi da anni in città: i dottori Marco Avogadri e Giulia Villa.

«Ora oltre 3mila cittadini non hanno purtroppo ricevuto alcuna comunicazione dall’Ats in merito a quale medico di base si debbano rivolgere per essere visitati e per tutti gli altri problemi di salute. Comprendiamo il momento sanitario tragico, difficile e confuso, ma il venir meno del servizio di medicina di base, benché pagato dalle tasse dei contribuenti fiscalmente onesti, è un ulteriore capolavoro di indecenza che va ad aggiungersi alla carenza di vaccini antinfluenzali, alla non attivazione di tutte le Usca previste e quant’altro».

Da qui la richiesta al sindaco di intervenire: «Rinnoviamo la richiesta di intervenire con la dovuta forza sull’assessorato regionale alla sanità e sull’Ats per far sì che immediatamente tutti i mutuati dei medici che sono andati in pensione abbiano, senza alcun tourbillon di dottori, un adeguato diritto al servizio della medicina di base

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