Società e Costume
Giovedì 19 Agosto 2010
India e Dubai, Blackberry rischia?
E' disperazione tra i manager
Uomini d'affari sull'orlo di una crisi di nervi per la possibilità che molti stati arabi, ma anche l'India possano bloccare la messaggistica dello smartphone a causa dell'impossibilità di controlli necessari per la sicurezza. C'è chi vede il lavoro in pericolo e chi, invece, si sente sollevato, meno vincolato ai capi
I primi a tremare, quasi con orrore, sono manager, imprenditori e uomini d'affari, preoccupati di non potere più usare lo smart phone prodotto dalla canadese Research in Motion.
Se la polemica si allargasse, se veramente i servizi finissero per essere bloccati, se non fosse trovato un gentlemen agreement che metta d'accordo tutti per molti sarebbe un disastro: "questo è il mio pc, il mio ufficio, la mia casa," ha raccontato Udoay Gosh, di professione dirigente di una società di elettronica e atterrito dall'idea di perdere un "indispensabile strumento di lavoro".
A suscitare l'ira dei governi interessati è l'impossibilità di controllare le e-mail e i dati inviati e ricevuti dal Blackberry e che vengono filtrati attraverso dei server "blindati" in Canada, dove ha sede Rim.
Colloqui tra la società e i governi continuano. Arabia Saudita, Emirati Arabi e India pretendono alcune concessioni per facilitare il controllo sull'interscambio di dati. Rimane incerto il tipo di concessioni pretese dai governi, anche Rim si è rifiutata di discutere il contenuto delle negoziazioni. Le reazioni tra gli utenti del Blackberry sono le più disparate. Mentre i sostenitori della libertà di parola criticano il giro di vite, altri, - come Brad Kollur del New Jersey, che spesso viaggia in India per affari, - difendono la presa di posizione dei governi: "è uno di quei casi dove bisogna rinunciare a certi comfort per il bene superiore".
Qualcuno non è affatto d'accordo: impossibile fare a meno del telefonino, come racconta la consulente informatica Penny. Mentre solo qualcuno pensa di rassegnarsi a fare a meno del servizio e vede nel divieto "un'opportunità per non essere tenuto al guinzaglio dal capo", come l'inglese Jeet Sohal, molti pensano di passare alla concorrenza, come il broker indiano Krishnan Viswaqnathan che pensa di comprare presto un iPhone firmato Apple.
Anche le aziende potrebbero decidere di equipaggiare i propri dipendenti con altri smart phone ma in questo caso una controindicazione sta nel fatto che i costi per insegnare ai dipendenti a usare il nuovo strumento sarebbero troppo alti.
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