Inflazione al top, consumi fermi
E le previsioni sono nere

L'Istat conferma la volata del carovita che arriva sfiorare il 4%. A trascinare i prezziseempre il petrolio e i ricnari dei beni alimentari. Per Bankitalia non andrà meglio nei prossini mesi, nel bienno 2008-2009 la crescita sarà solo dello 0,4%

Consumi e investimenti fermi. L'unica cosa che si muove è l'inflazione.
Sotto l'assalto del rincaro del petrolio - la benzina è arrivata a 1,56 euro - e dagli aumenti dei beni alimentari, l'inflazione ha quasi raggoiunto il 4%: a giugno l'indice che misura il carovita si è attestato al 3,8%. Un livello che riporta  l'Italia al luglio 1996. Ed è più più alta l'inflazione legata a prodotti a largo consumo,  cibo, spese per la casa, trasporti pubblici, affitto, carburanti: qui il rialzo è da record, il 6% (+5,8% per l'esattezza).
In questo quadro arriva il Bollettino economico di Bankitalia che traccia un orizzonte scuro.  Crescita "appena" sopra lo zero e competitività in calo rispetto ai concorrenti europei. E mentre il potere d'acquisto delle famiglie continua ad erodersi inesorabilmente, il caro-petrolio rischia di inasprire ulteriormente la corsa dell'inflazione. E il contesto potrebbe soltanto peggiorare, nel caso in cui i rincari di prodotti energetici e alimentari non si dovessero arrestare, sostiene l'analisi della banca centrale.
Palazzo Koch dimezza di fatto le previsioni di crescita del Pil, portandole allo 0,4% per il biennio 2008-2009, contro le stime di gennaio di un +1% e +1,1%. "La revisione al ribasso - spiega Bankitalia - è attribuibile in primo luogo agli effetti degli aumenti dei prezzi delle materie prime importate" che riducono la capacità di spesa delle famiglie e "contengono la dinamica dei consumi privati, inducendo un ridimensionamento dei piani di accumulazione di capitale da parte delle imprese".
Bankitalia vede crescere le spese delle famiglie solo dello 0,2% quest'anno e dello 0,3% l'anno prossimo, mentre i consumi collettivi aumenteranno rispettivamente dello 0,6% e dello 0,3%.

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