Sono questi i principali segnali del Secondo Rapporto sulla cultura dell'innovazione in Italia. L'indagine realizzata annualmente dalla Fondazione Cotec con l'Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali del Cnr e il mensile Wired, che per l'edizione 2010 dedica uno specifico approfondimento alle differenze di genere in relazione all'innovazione, grazie al contributo di "futuro@lfemminile", il progetto di responsabilita' sociale per le pari opportunità di Microsoft Italia e Acer.
Secondo i risultati dell'indagine, però, lo scenario contingente caratterizzato dalla crisi economica crea incertezze e sfiducia circa il futuro: il 40% degli intervistati - 4.000 tra i 30 e i 44 anni - infatti, non crede che questa tendenza possa ripetersi anche per le donne delle future generazioni.
Inoltre, la ricerca evidenzia come nel nostro Paese persistano stereotipi di genere: se da un lato gli italiani concordano nel dire che non esiste differenza qualitativa tra uomo e donna nella formazione universitaria (anche di tipo scientifico), nell'assunzione di responsabilità professionali e nella leadership politica, dall'altro il 29% degli italiani (uomini e donne) sostiene che in un momento di crisi sia preferibile che siano gli uomini a conservare il posto di lavoro piuttosto che le donne.
Il dato viene posto in evidenza dalla ricerca non tanto come percentuale di maggioranza (il 48,9% degli italiani si trova in disaccordo) ma come numero in crescita del 10% rispetto a quello ottenuto cinque anni fa dall'indagine "Social Value, Science & Technology" condotta dalla Commissione Europea.
In questo contesto, l'indagine sottolinea come gli italiani ritengano che a sostegno dell'occupazione sia necessario rivolgere l'attenzione alle imprese, considerando sia la loro capacità innovativa (17,9% uomini e 16,2% donne), sia l'intervento dello Stato a loro sostegno, sentito soprattutto dalle donne (19,5%) e per il 17,6% dagli uomini.
La maggioranza degli intervistati concorda nell'indicare l'innovazione della societa' a tutti i livelli e la formazione permanente e di base, quali fattori determinanti per lo sviluppo del Paese, prima ancora dell'attivazione di politiche a favore del lavoro delle donne.
Guardando invece ad alcuni dati rilevati dalla ricerca sul rapporto quotidiano di uomini e donne con l'universo delle tecnologie e Internet, va sottolineato come entrambi i generi confermino la propensione ad utilizzare la Rete per cercare informazioni, leggere la posta elettronica, lavorare, fare acquisti.
La propensione è ad utilizzare la rete per cercare informazioni: lo fa il 21,9% degli uomini e il 25,7% delle donne; a leggere le e-mail (21% e 22,9%), a lavorare (entrambi 13,6%) e fare acquisti (8,8% e 6,3%).
Ma internet serve per il contatto umano o come tecnologia? Il 56,3% non ha dubbi e se dovesse privarsi di qualcosa per una settimana non rinuncerebbe ad incontrare gli amici di persona; ma se le donne per il 29,3% non possono fare a meno della telefonata con gli amici (contro 16,8%), gli uomini sono affezionati a Facebook e ad altri social network (4% contro 3,2%), così come agli sms (5,9% contro 4,4%).
© RIPRODUZIONE RISERVATA