Inverigo, la morte di Paolo
Una tragica fatalità

Le autorità francesi hanno confermato il volo di 50 metri da un ripido sentiero sulle falesie del Luberon

I familiari e gli amici di Paolo Galli, lo scalatore di Inverigo precipitato a Pasquetta dai monti della Provenza, aspettano solo di riportare a casa il loro caro.

Sono ancora in Francia, la speranza è sbrigare presto tutte le pratiche burocratiche e sbloccare la situazione già oggi. Galli lunedì stava salendo con un amico sulle falesie rocciose del Luberon, ma è caduto da un ripido sentiero in una scarpata di 50 metri.

«Paolo era il mio migliore amico – dice Paola Pozzoli, appassionata di montagna, contattata telefonicamente in Francia nel tardo pomeriggio di ieri, anche lei è in Provenza in attesa della salma – dobbiamo attendere il nulla osta, sono i normali tempi della burocrazia. Le autorità ormai hanno appurato che si è trattato di un incidente, quindi spero e credo ci lascino rientrare subito a casa».

«Presto il rientro»

Paola è accanto, tra gli altri, a Luca, il fratello minore di Paolo, accorso in Francia appena ha ricevuto la terribile notizia. Proprio Luca martedì sera aveva fatto sapere che la tragedia si era consumata a Buoux, un piccolo paese al centro di un parco regionale compreso tra le città di Avignone e di Aix-en-Provence. Erano circa le 18, i pompieri di Vaucluse intervenuti sui monti non sono riusciti a rianimare lo scalatore comasco, non hanno potuto far altro che constatarne il decesso dirottando il corpo esanime a Nîmes. Nell’ospedale di questo centro cittadino sono state espletate tutte le formalità necessarie. Questa morte ha sconvolto tutta Cremnago, la piccola frazione di Inverigo dove Paolo era cresciuto, in una corte poco dietro le scuole elementari, la sua famiglia è molto numerosa e conosciuta. I genitori saranno ancor più affranti, la mamma Egles e il papà Alessandro, titolare di una ditta di falegnameria in via Degli artigiani, a Lurago D’Erba. E così pure Claudia, la ragazza con la quale Paolo si era trasferito di recente a Bosisio Parini.

«Una grande passione»

«Era un amante della montagna, uno scalatore esperto, aveva una bella compagnia di amici pronta a raggiungere qualsiasi vetta – spiega l’amico di sempre, Luca Porro, coetaneo cremnaghese – era andato ad arrampicare anche in America, era la sua passione più grande». Chi conosceva bene Paolo racconta dei suoi studi classici al Volta e della sua laurea in filosofia alla Statale. Umanista di formazione dopo un master alla Bocconi in strategia aziendale e un po’ di gavetta nell’azienda luraghese aveva iniziato la sua carriera alla Cap Design, diviso tra la Cassina e la Cappellini, noti marchi dell’arredo. Anche le imprese e i colleghi si uniscono al cordoglio.

Poi era sbocciato l’amore per l’alta quota, Galli aveva frequentato dei corsi, si era a lungo allenato, sempre in compagnia di tanti amici scalatori, in paese molti provetti alpinisti si sono arrampicati insieme a Paolo su svariate pareti rocciose. Pur non facendo parte dei Cai locale o dei Ragni di Lecco era un esperto conoscitore delle alture e delle cime. Provava, così dicono i veri montanari, un rispetto profondo per la montagna.

Anche per questo l’incidente sulle falesie provenzali risulta ancora più tragico e crudele.

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