Volevo replicare a chi sostiene che la manifestazione dei sindaci a Milano contro i tagli del Governo agli enti locali sia stato uno spreco di soldi. I dati e le cifre fornite sono assolutamente fuori da ogni logica.
Da vice sindaco del mio Comune ho partecipato a tale manifestazione, soprattutto per ribadire il fatto che gli amministratori dei Comuni, specialmente di quelli piccoli, vivono il loro impegno nell'amministrazione della cosa pubblica perché spinti da senso civico e di responsabilità e non per la retribuzione dell'incarico.
Inoltre gli “stipendi” percepiti nella maggior parte delle volte sono puramente simbolici (nel mio caso, un Comune di 1200 abitanti, si parla di 200 € mensili) del tutto insufficienti a coprire le spese per la benzina, per il telefono (di cui non ho mai chiesto il rimborso previsto per legge), oltre al tempo dedicato; “stipendi” che nella maggior parte dei casi non vengono percepiti per poter essere reinvestiti in opere o servizi nel proprio territorio, ma è chiaro che chi non vive queste situazioni non lo può capire.
Ho partecipato alla manifestazione a mie spese, rinunciando ai rimborsi previsti. Per rispetto di quegli amministratori che ogni giorno si impegnano in prima persona fra mille sacrifici, vorrei invitare tutti a non generalizzare.
Stefano Colzani
vicesindaco di Alserio
I sindaci che hanno sfilato in corteo a Milano sono l'avanguardia di un movimento trasversale agli schieramenti politici che ha deciso la mobilitazione permanente contro i tagli agli enti locali previsti dalla manovra. Siamo di fronte ad un fenomeno bipartisan che il governo farà bene a non sottovalutare, anche perché gli uomini che si fregiano il petto con la fascia tricolore questa volta fanno sul serio e minacciano di interrompere la loro collaborazione con lo Stato. Li pervade un malessere diffuso, che potrebbe anche preludere a forme di disobbedienza istituzionale. Nemmeno l'annunciato dimezzamento dei tagli - ma sarà poi vero? - ha placato l'ira dei nostri primi cittadini, confrontati con l'impossibilità di garantire i servizi essenziali.
Sulla buona fede della maggioranza di queste persone non c'è dubbio: sappiamo di sindaci e amministratori che non hanno mai messo in tasca neppure un centesimo del loro compenso e lavorano per spirito di servizio. Ma sappiamo anche che questo accade soprattutto nei piccoli Comuni: in quelli grandi, purtroppo, la musica cambia. Il suo invito a non generalizzare è più che legittimo: quando si bolla la Casta, bisogna distinguere. Ma saprà farlo anche il governo di Roma?
Pier Angelo Marengo
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