Jihadista “lariano”
«Al fronte 5 anni
Ne ho uccisi molti»

Il magazziniere legato a Ponte Lambro «Isis e al-Nusra stanno facendo il giusto in nome di Dio»

«La rivoluzione non si fa su Facebook. Il rivoluzionario prende il fucile e va alla frontiera». Ayoub Chaddad, il presunto jihadista con residenza a Ponte Lambro, dove ha molti amici, qualche parente, ma nessuna casa (essendosi trasferito a Bologna, dopo essere rientrato dal fronte di battaglia in Siria un paio di anni fa), non fa mistero del suo impegno con i ribelli siriani. E all’amico e collega Rabia Hadba, che in realtà altri non era che un agente sotto copertura dello Scico della Guardia di finanza, confida di aver «ucciso molte persone in combattimento».

Lo fa tra il 16 e il 17 luglio scorsi, quando Chaddad, in cella da giovedì mattina con l’accusa di aver finanziato un’organizzazione con finalità terroristiche in concorso con un altro ex siriano di Ponte Lambro, Subhi Chdid (domiciliato da tempo a Colico), decide di accompagnare l’amico “Serpico” a Erba a conoscere amici e parenti.

Durante la permanenza in Brianza Chaddad si sofferma a guardare alcuni video ricevuti via whatsapp dalla Siria. Alcuni con le immagini del cugino, morto in combattimento e la cui foto sarebbe comparsa sul profilo facebook di Ayoub «con alle spalle una bandiera nera con l’effigie dello Stato Islamico», e scene di combattimento tra l’Esercito Libero Siriano e i soldati del presidente Assad.

Al “Serpico” delle fiamme gialle Chaddad avrebbe anche detto di aver avuto un fratello che ha combattuto nella falange di Daesh, ovvero dello Stato Islamico, e che «Daesh e al-Nusra», ovvero la milizia siriana inserita nell’elenco delle organizzazioni terroristiche, «stanno camminando in nome di Dio e stanno facendo le cose giuste».

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