La beffa della cartella esattoriale
Disoccupato deve pagare 161 milioni

L’odissea con Equitalia iniziò nel 2007 quando il fisco contestò 9,6 milioni a un uomo di Cermenate. «Mi dicono che sono tasse e bolli non pagati. Temo che mi abbiano clonato i documenti persi»

Quando Equitalia bussa alla porta di casa non è mai per dare notizie piacevoli, ma il caso di un cinquantenne residente in paese, ex operaio attualmente disoccupato, è da Guinness dei primati: attualmente ha un debito con l’agenzia di riscossione di 161 milioni di euro, per la precisione 161.796.873 euro e 83 centesimi.

L’odissea dell’uomo inzia nel 2007, quando riceve una prima cartella da 9,6 milioni di euro. Inevitabile per lui pensare a un errore: «All’epoca facevo ancora l’operaio e non mi capacitavo di avere accumulato un debito così grande con l’Erario. Non mi sono mai potuto permettere spese pazze, ho sempre avuto utilitarie e nessun immobile intestato a mio nome. In quell’occasione andai negli uffici di Equitalia a Cantù per avere chiarimenti ma mi dissero semplicemente che si trattava di “bolli e tasse non pagate” e che per avere un quadro completo di quanto mi veniva addebitato avrei dovuto rivolgermi alla sede centrale di Milano».

«Sinceramente non mi presi cura della cosa, visto che la cifra era veramente assurda credevo che tutto si sarebbe sistemato da solo, ma non è andata così. Già allora non avevo i mezzi per intentare una battaglia legale, figuriamoci adesso che sono senza lavoro».

E aggiunge: «L’ultima cattiva sorpresa Equitalia me l’ha fatta lo scorso Natale: ero andato per chiedere ancora chiarimenti sull’ultima richiesta, che era lievitata a 156 milioni di euro e mentre ero lì mi hanno notificato un’altra cartella da 5,6 milioni, per il totale che mi viene contestato quest’anno di 161 milioni».

Mentre rievoca le tappe di questa vicenda kafkiana, l’uomo cerca di ripercorrere con la memoria gli episodi salienti della propria vita, ma non trova nulla che possa averlo messo nei guai con il fisco per somme così ingenti.

Nella mente del cinquantenne si è fatto strada un unico sospetto: «Vent’anni fa persi i documenti: non vorrei che fossero stati utilizzati da qualcuno per intestarmi fittiziamente chissà che cosa. È l’unica ipotesi plausibile che mi sono fatto: per il resto non ho nulla, non posso nemmeno permettermi di consultare un avvocato».

E intanto lunedì 17 agosto l’uomo andrà ancora una volta dai messi comunali di Cermenate: sono infatti arrivate altre cartelle di Equitalia. Il debito plurimilionario sembra essere destinato a crescere ancora.

© RIPRODUZIONE RISERVATA