Musica
Lunedì 13 Febbraio 2012
La Big Band di Emmanuele
grande sorpresa a Chiasso
La formazione italiana nata per l'occasione del 15° Festival di cultura e musica jazz di Chiasso la miglior sorpresa nelle tre sere di concerti allo Spazio Officina della cittadina elvetica. Ottime performances di Joshua Redman, di Glenn Ferris e di Michel Portal, deludono Cristina Zavalloni e Hindi Zahra, divertenti i Grand Mother's Funck
CHIASSO Chiasso conferma: “Italians do it better”. Nel senso che è venuta proprio da musicisti italiani la migliore sorpresa nelle tre serate del 15° Festival di cultura e musica jazz allo Spazio Officina della cittadina elvetica da giovedì a sabato scorsi. Nell'appuntamento di congedo della rassegna, sabato sera, la Staccato Big Band diretta da Giuseppe Emmanuele - vecchia conoscenza dei jazzofili comaschi, “anima” di quella che fu l'esperienza Big Band-it - al suo debutto assoluto è stata protagonista di una performance cristallina quanto efficace. Nata per l'occasione e battezzata in base al titolo di questa edizione della rassegna - “Conosci Johnny Staccato?”, con il preciso riferimento ai film tv noir di John Cassavetes della fine degli anni Cinquanta - composta da alcuni dei migliori jazzisti del Nord Italia (dai trombonisti Rudy Migliardi, Beppe Caruso e Danilo Moccia ai sassofonisti Giulio Visibelli e Tino Tracanna, dal trombettista Alberto Mandarini al contrabbassista Attilio Zanchi e al batterista comasco Marco Castiglioni, senza fare torto agli altri), impreziosita nel secondo set dalla splendida voce dell'effervescente cantante francese Anne Ducros, ha offerto un concerto splendido che meriterebbe di finire su disco per scelta dei suoni, perizia degli strumentisti e raffinatezza degli arrangiamenti. Scroscianti applausi per Emmanuele e i suoi “ragazzi”.
Ma questo Festival di Chiasso chiude con un bilancio complessivamente positivo. Ha confermato, giovedì, tutta la sua classe il sassofonista Joshua Redman con due partner eccezionali, il drummer Greg Hutchinson e il contrabbassista Reuben Rogers. Molto positivi i primi due set di venerdì: originalissima la proposta del trombonista Glenn Ferris, che ha sostituito nel trio con il contrabbassista Bruno Rousselet la voce del violoncello con quella sorprendente di Erdie Oodom, grande jazz sciorinato dal Bailador Quintet dell'intramontabile Michel Portal (clarinetto basso e sax alto e soprano). Le uniche note dolenti sono venute dalle due proposte femminili: giovedì Cristina Zavalloni è apparsa più preoccupata ad “apparire” che a proporre il suo omaggio ad Aznavour nei registri dovuti, troppo acerba la pur volenterosa Hindi Zahra nelle sue canzoni di confine. Infine, divertente sabato il congedo dei Grand Mother's Funck. Appuntamento al 31 gennaio e al primo e 2 febbraio 2013 per la sedicesima edizione.
Andrea Cavalcanti
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