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Venerdì 27 Marzo 2009
La carica dei duecento all’asta anticrisi
Folla mai vista in tribunale per aggiudicarsi due appartamenti vista mare a Lignano Sabbiadoro
L’aula Ulpiano, al pian terreno del palazzo di giustizia lariano, fatica a contenere tutti i "sognatori" approdati in quel di Como in occasione della vendita dei lotti legati al fallimento della società "Como casa srl". Gli immobiliaristi arrivano da ogni dove: Veneto, Friuli, Emilia, oltre a qualche avvocato nostrano chiamato forse a rappresentare interessi di imprenditori di fuori. L’ampio salone su cui si aprono le aule di giustizia del tribunale cittadino si inizia a riempire a partire dalle undici del mattino. Uomini in giacca e cravatta con "il Sole24-Ore" in mano siedono sulle poche panche disponibili, accalcati accanto a fidanzatini che sfogliano svogliatamente il freepress "Leggo". Qualcuno è pure armato di bottiglietta d’acqua, in vista del tour de force del sogno immobiliare.
Tre i lotti all’incanto: uno, rimasto invenduto, in quel di Carate Brianza. Gli altri due in provincia di Udine, all’interno dei residence "Luna tre" e "Luna quattro". Piccoli appartamenti, due vani più servizi e balcone, posti l’uno al quarto l’altro al settimo piano dei due condomini vista spiaggia. La base d’asta è appetitosa: 56mila euro il primo, 66mila euro il secondo. In molti fiutano l’affare. In troppi sono costretti ad andarsene senza avere neppure avuto l’occasione di alzare la mano, e togliersi la soddisfazione di un’offerta.
Nell’aula un afono Vito Febbraro, il giudice delegato al fallimento, apre a fatica i lavori. Mentre la temperatura della mini aula si alza in fretta a livelli degni di un’estate lignanese. Si procede con l’appello dei 217 aspiranti acquirenti, tutti in coda il giorno prima per depositare a titolo di cauzione due assegni da 5.600 e 6.600 euro per poter partecipare alla vendita all’incanto. I tempi, in mezzo a una folla mai vista, si dilatano: dieci minuti buoni per riempire l’aula, altri cinque per l’appello (21 le società presenti, tutti gli altri speranzosi privati). Molti sono alla prima esperienza, al punto che alla prima domanda dal pubblico con mozione di giornata, il giudice è costretto a ricordare: «Non siamo a un’assemblea di condominio». Qualcuno scambia l’asta per un happening e si mette a far riprese con il telefonino, subito redarguito da giudice e cancelliere: «Se il filmato finisce su youtube vorrei ricordarle che commette un reato». Dopo oltre mezz’ora, finalmente si può partire.
Lotto numero 2. Base d’asta 56mila euro. Si alza una mano, pronta a fare un’offerta di un paio di migliaia di euro, ma dietro una voce più potente - e forse abituata a simili contesti - esclama imperiosa: «80mila». I più si guardano: il sogno sfuma. «Rilancio di 20mila», e sembra di essere a una partita a poker. Il valore del bilocale a due passi dalla spiaggia raggiunge in un paio di minuti la cifra di 150mila: «Uno. Due. Aggiudicato» alla Vega sas di Fiume Veneta. Tiepido applauso. Rilanci totali: undici. Persone rimaste in silenzio: oltre duecento. Sogni infranti: 216.
Lotto numero 3. Base d’asta 66mila euro. Prima offerta: «Più 51mila euro». E dopo un secondo: «150mila euro». Offerta finale, raggiunta in meno di un paio di minuti: 190mila euro: «Uno. Due. Aggiudicato» ancora alla Vega sas. Altro tiepido applauso. Rilanci totali: dieci. Persone rimaste in silenzio: ben oltre le duecento. Sogni infranti: sempre 216. Uno a uno i mancati vincitori si presentano a ritirare gli assegni dati in cauzione. «È stato bello sognare», si lascia scappare qualcuno.
Prossima occasione per sognare mercoledì primo aprile. Tre aste in programma. Il giorno dopo ben nove, tra cui il centro sportivo con tanto di campi da tennis e piscina di San Fermo della Battaglia. I sogni da soli, però, non bastano in questo caso.Servono soldi, e tanti: la base d’asta è di 1 milione e 652mila euro.
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