La città invecchia: in tilt le case di riposo

Sono 1.690 gli anziani in lista d'attesa (+14% rispetto al 2008). La causa? Età media sempre più alta

a.cavalcanti

Sono 1.690 gli anziani che aspettano di poter essere accolti in una casa di riposo in provincia di Como. Lo rivela un’indagine effettuata dalla Federazione pensionati e dal dipartimento Comunicazione della Cisl lariana. Il numero di persone in lista d’attesa torna dunque a crescere: +14% rispetto ad aprile dell’anno scorso, quando il totale si era fermato a quota 1.481. Le strutture accreditate sul nostro territorio sono rimaste 54, mentre è aumentato leggermente il numero di letti a disposizione (da 4.164 a 4.209). Nel Comune di Como le Rsa sono sette, per complessivi 714 posti. «L’età media della popolazione è sempre più alta e così, anche a fronte di un’offerta ampia come quella presente nel Comasco, in tanti sono costretti ad aspettare - commenta Alfredo Puglia, segretario generale Fnp Cisl - Il problema delle persone non autosufficienti, in particolare, sta diventando una vera e propria emergenza nel nostro Paese, perché manca la garanzia di un’assistenza domiciliare integrata per molto tempo. Così, non esistono alternative reali alle case di riposo. Noi chiediamo l’istituzione di un fondo ad hoc, con risorse destinate ad aiutare le famiglie in cui ci sono persone non autosufficienti».
Dalle tabelle elaborate dalla Cisl (i dati sono stati raccolti in marzo), pubblicate anche sul sito www.ust.it nella sezione «Osservatorio case di riposo», emerge che la lista d’attesa più lunga è quella della «Giuseppe Prina» di Erba (in 149 aspettano un posto), ma l’elenco è nutrito anche alla «Bellaria» di Appiano Gentile (133), alla «Nidasio Galetti» di Arosio (119) e alla «Garibaldi Pogliani» (105), che ha una struttura a Cantù e una a Capiago. Quanto alle case di riposo della città, in 40 aspettano un posto alla Ca’ d’Industria, 48 alla Casa Santa Marcellina, 74 alle Giuseppine, 78 alla Casa Santa Maria della Provvidenza e 77 alla Casa Divina Provvidenza di via Grossi.
L’indagine fa il punto anche sui prezzi applicati dalle singole strutture. Mediamente, la retta minima giornaliera è pari a 52, 73 euro mentre quella massima a 72,71 euro. Ma ci sono Rsa in cui la retta minima supera abbondantemente i 60 euro (il record spetta al Vita Residence 2 di Guanzate, con 104 euro) e quella massima arriva ben oltre i 100. Prendendo in esame le tariffe annuali, si scopre che i prezzi oscillano dai 10.840 euro della struttura più economica (Villa San Fermo) ai 73mila della più costosa (Vita Residence 3). In città la casa di riposo con i prezzi più alti è Le Camelie (da 2.040 a 3.240 al mese), mentre i più bassi sono quelli applicati all’Istituto Giuseppine (da 1.110 a 1.440 euro). «C’è stato un aumento medio del 4% circa rispetto all’anno scorso - sottolinea Puglia - Il problema è che a questi rincari non corrisponde un innalzamento delle pensioni, in provincia di Como si aggirano mediamente intorno ai 930 euro. E poi è subentrata la crisi economica. Purtroppo - conclude il segretario Fnp Cisl - anche strutture che hanno sempre calmierato i prezzi, come la Ca’ d’Industria, ultimamente si sono uniformate alle tariffe medie».

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Venerdì 03 Aprile 2009

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