La crisi ha svuotato gli asili nido
Erba, scomparse le liste d’attesa
Tracollo delle iscrizioni nelle strutture dell’Erbese: «I bimbi restano con i nonni» Nel 2010 il tasso di saturazione era cresciuto fino al 171%. Oggi c’è posto per tutti
Addio liste d’attesa. Gli asili nido sono un bene di lusso e le mamme preferiscono lasciare i piccoli a casa con i nonni.
Il dato emerge da uno studio effettuato dal Consorzio Erbese Servizi alla Persona a cui fanno capo 26 Comuni del territorio: nel giro di cinque anni, dal 2009 a oggi, le liste d’attesa sono scomparse.
E il tasso di saturazione degli asili è passato dal 171 per cento del 2010 - quando la domanda era quasi il doppio dell’offerta - al 91 per cento del 2013. Nei 26 Comuni del territorio erbese l’utenza potenziale per gli asili nido è di 2.028 bambini di età compresa fra zero e due anni. L’offerta è di 167 posti sparsi in sei nidi: si va da strutture pubbliche quali il Magolibero di Erba (60 posti) e il Peter Pan di Canzo (16 posti), ai privati come il Pirimpettenusa di Alzate Brianza (39 posti), Il mio nido di Ponte Lambro (14 posti), L’ora delle favole di Albavilla (18 posti) e l’Unduetre di Pusiano (20 posti).
La lista fino al 2012 comprendeva anche Le Stelline di via Mazzini a Erba, che ospitava venti bambini ma ha chiuso a causa delle difficoltà economiche.
Si risparmiano 700 euro al mese
«Il calo delle richieste è forte - conferma Giacomo Livi, vicepresidente del Consorzio e assessore ai servizi sociali di Ponte Lambro - perché negli anni della crisi i genitori hanno trovato soluzioni alternative. Lasciano i bambini ai nonni o li curano direttamente se non hanno un lavoro».
Risparmiando così tra i 700 e gli 800 euro al mese, il costo medio degli asili nido per il tempo pieno a seconda che si tratti di bambini residenti o non residenti.
Sovvenzioni per sopravvivere
«I numeri - continua Livi - parlano chiaro. Il tasso di saturazione delle strutture è passato dal 171 per cento del 2010 al 91 per cento del 2013. Nel 2009 c’erano 40 persone in lista d’attesa, ora le liste non ci sono più. Anzi, ci sono posti liberi».
Questi dati mettono ovviamente in difficoltà i micronidi privati, asili con una capienza non superiore ai venti bambini che con pochi utenti hanno maggiori difficoltà a far quadrare i conti.
Per andare incontro alle famiglie e agli asili, nel 2013 il Consorzio ha stanziato 130mila euro (43mila a carico di Regione Lombardia) per favorire l’iscrizione ai nidi.
«Abbiamo aiutato cinquanta famiglie del territorio a pagare l’asilo. Inizialmente avevamo stanziato 100mila euro, ma abbiamo incrementato la somma di 30mila euro per far fronte a tutte le richieste. Senza queste sovvenzioni, i dati sulle saturazione degli asili sarebbero ancora peggiori».
E molti, come è accaduto a Le Stelline, rischierebbero di chiudere definitivamente i battenti.
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