Vorrei fare una considerazione riguardo le elezioni nel Lazio e alla mancata presentazione della lista Pdl. Io non vado alla posta del mio paese dopo le 13.00 perché la trovo chiusa. Questi individui, strateghi della politica, come si possono arrogare di presentare le firme dopo l'orario consentito? Siamo la repubblica delle banane o la legge e uguale per tutti? Immagino le centinaia di persone che hanno firmato per presentare la lista del Pdl nella loro provincia: non si arrabbieranno nel sapere che la scatola contenente le preziose firme è stata lasciata incustodita perché il professionista del Pdl è uscito a mangiare un panino? Trovo scandaloso che il maggior partito italiano si perda in un bicchiere d'acqua per questioni di forma. Ha perfettamente ragione Umberto Bossi: «Nel Lazio è la destra che ha sbagliato».
Devis Tonetto
Non sono questioni di forma, sono questioni di sostanza. Quando l'inclinazione a infischiarsene delle regole diventa abitudine, uso e costume; quando la certezza del consenso di cui si gode fa abbassare la guardia (come minimo) della concentrazione e (come massimo) della diligenza; quando la sicurezza d'aver già vinto la partita relega tutto quanto è necessario per disputarla a una fastidiosa e quasi insopportabile incombenza; quando le liti interne per far prevalere una candidatura sull'altra riducono le procedure della candidatura medesima a un adempimento che, anche se non rispettato nei dettagli, si è certi che finirà per essere accomodato; quando tutto questo prende piede, non ci si deve sorprendere se poi la realtà sfugge di mano. Ed è ridicolo, assolutamente ridicolo, lamentarsi all'indomani d'uno Stato che soffre d'iperburocrazia, dell'inutilità di timbri e orpelli, carte, firme, licenze e autorizzazioni. E' ridicolo perché, dell'esistenza di tali problemi, si sapeva anche prima; è ridicolo affermare che dopo le elezioni bisognerà spolverare le procedure elettorali degli arcaismi che le rendono impraticabili se non inaccettabili; è ridicolo reclamare il sostegno popolare sulla vicenda quando proprio l'anima popolare del Paese conosce bene, sulla sua pelle e quotidianamente, quante noie, e ostacoli, e impedimenti e ingiustizie deve sopportare per l'eccesso di burocratizzazione; è ridicolo infine lagnarsi della complessità delle norme vista l'esistenza (addirittura) d'un ministero per la semplificazione legislativa. Se le regole ci sono (e ci sono), si rispettano. E se non si rispettano, se ne pagano le conseguenze. Non si vede perché dovrebbe esserci diversità di trattamento tra chi vota e chi deve essere votato.
Max Lodi
© RIPRODUZIONE RISERVATA