La fisica quantistica
occasione per Como

La fisica quantistica? In pochi lo sanno, ma le basi della fisica moderna sono state enunciate al mondo intero proprio a Como. La fisica e la meccanica quantistica hanno contribuito, come ha spiegato sabato da queste colonne il Professor Giulio Casati, al nostro presente e futuro: grazie a loro possiamo utilizzare la maggior parte delle nostre estensioni tecnologiche, come i microchip contenuti in qualsiasi nostra estensione tecnologica. Mentre a Como si dibatte sul futuro della Cultura abbiamo del tutto rimosso che la settimana dall’11 al 16 settembre del 1927 è stata fondamentale per la vita di ogni essere umano.

A Como si tenne il “Congresso Internazionale dei Fisici” all’Istituto Carducci: qui il Premio Nobel Niels Bohr introdusse la sua prima relazione sulla Fisica Quantistica. Erano presenti 61 fisici (da 14 nazioni diverse), dei quali ben quindici Premi Nobel. La “vecchia teoria dei quanti” fu svelata in occasione del “Centenario della morte di Alessandro Volta”. Il fisico danese, come si legge nei suoi “Niels Bohr Collected Works” (edito solo in inglese da North Holland), proprio a Como inventò il futuro, tanto che un altro Premio Nobel come Heisenberg già allora affermò che “L’influenza di Bohr sulla ricerca teorica e sperimentale è superiore a quella di chiunque altro”.

A raccontarlo sono moltissimi libri tradotti anche in Italia: dalla biografia su Bohr (pubblicata qualche anno fa da Bollati Boringhieri) a “Dove nasce la nuova fisica”, saggio di Gabriella Greison per Hoepli e nel romanzo della stessa autrice “L’incredibile cena dei fisici quantistici” (Salani). Immaginiamo tra le mura dell’Istituto Carducci, dove fino a qualche anno fa conduceva i suoi appuntamenti letterari l’immemore poetessa Carla Porta Musa, muoversi questi Nobel, proprio a pochi metri da quel Teatro Politeama dove “le ballerine si intrattenevano con gli spettatori dietro le quinte dei balletti” (come racconta Corrado Stajano nel recente romanzo “Eredità”, ambientato a Como ed edito da Il Saggiatore).

In una Como oggi più conosciuta per George Clooney e altre starlette da rotocalco che per questa scoperta: se celebrata, da sola, potrebbe radunare ogni anno centinaia di migliaia di visitatori culturali da tutto il mondo.

Invece siamo ancora qui, a discutere se il Festival “Parolario” debba tornare in Piazza Cavour unendosi alla “Fiera del Libro”. Da una parte Parolario a difendere le proprie “location” per le proprie passerelle di carta e dall’altra i librai tutti intenti a vendere la prima edizione di Camillo Benso di Lanzate della Val d’Intelvi o l’ultima novità di Camilleri, che pubblica ormai libri ogni giorno fedele al calendario come Frate Indovino. Non ci vuole molto per “indovinare” il successo di una manifestazione pensata in grande per celebrare la fisica quantistica, che ha influenzato anche la letteratura (si pensi soltanto al genio di Philip Dick: dai suoi romanzi sono stati tratti film come “Blade Runner” o “Matrix”) e il cinema (si pensi soltanto a “A Serious man” dei fratelli Cohen, metafora di un mondo alla deriva le cui uniche isole di salvezza sono la fisica quantistica e la torah). Pensiamo alle classifiche dei libri più venduti, come nel caso dei bestseller “Sette lezioni di fisica” e “L’ordine del tempo” di Carlo Rovelli (Adelphi) o ai vari Festival dedicati alle Scienze. Non facciamoci sfuggire un’occasione più unica che rara: non creando un evento, creando un appuntamento per accademici tra accademici o un Festival da stelle filanti. Piacerebbe persino a me, che al Liceo Classico Alessandro Volta in Fisica avevo tre.

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