La nuova legge anti kebab
scatena una vera guerra

Cibi e bevande vietati anche all’esterno di pizzerie e gelaterie

a.cavalcanti

La cosiddetta “legge anti kebab”, approvata l’altroieri dalla Regione Lombardia, ha messo in allarme anche gli 11 esercizi di Como che vendono il piatto islamico. Ma non soltanto loro temono il giro di vite. Infatti, il provvedimento ha evitato ogni discriminazione e ha imposto anche a pizzerie d’asporto e gelatai il divieto di consumare cibi e bevande negli spazi esterni ai locali. Esteso a tutti anche l’obbligo di abbassare la serranda all’una di notte. Lo scopo della legge - nata dalla sintesi di due proposte della Lega Nord e del Pdl - è di limitare gli assembramenti di gente fuori dai locali fino alle ore piccole, tutelando così l’ordine pubblico. Un provvedimento che certo incontrerà il favore di molti residenti che lamentano la presenza sotto casa di esercizi pubblici che richiamano orde di giovani che nelle sere di week end prendono possesso, tra risate e schiamazzi, di vie, piazze e marciapiedi. Un supplizio per le orecchie dei meno nottambuli che alle 23 vorrebbero potere dormire. Ma dall’associazione Upcts Confcommercio Como assicurano che poco o nulla cambierà nel capoluogo lariano, dove gli esercizi oggetto della nuova legge regionale, in tutto un centinaio sul territorio comunale, già aderiscono a norme che regolano orari e somministrazione dei prodotti all’esterno de negozio. Insomma, la legge anti-kebab avrà effetti sulle grandi città e in particolare su Milano, dove il fenomeno dei kebabbari e delle pizerrie d’asporto aperti fino all’alba è molto più diffuso. «Il provvedimento regionale – ha spiegato Giovanni Corbella, presidente dei pubblici eserci di Confcommercio Como – interessa quelle attività artigianali, come pizzerie d’asporto, piadinerie e kebab che producono ciò che vendono. Per queste attività esiste già il divieto di somministrazione e di predisporre tavoli, panchine e sedie fuori dai locali. Al massimo possono fare la cosiddetta somministrazione assistita e possono allestire un appoggio all’interno del negozio. Il vero nodo cruciale della legge è piuttosto la limitazione dell’orario, cioè l’obbligo di chiudere all’una. Ma anche in questo caso Como non subirà gli effetti. Già adesso pizzerie d’asporto e kebab rispettano orari in linea con i bar e i ristoranti e non ci risulta che ci siano esercizi finiti nel mirino delle lamentele di residenti a causa di problemi di ordine pubblico. Questi problemi riguardano invece i bar e i pub, dove capita di vedere effettivamente assembramenti di giovani fino a tarda notte».
Dall’ufficio stampa del Comune di Como hanno fatto sapere che «il testo della legge regionale sarà ora studiato per capire in quale misura recepirlo, se le norme comunali attuali prevedano già disposizioni uguali o analoghe e se e quali deroghe predisporre». Infatti, è facoltà dei comuni derogare rispetto alla leggere. «Ad ogni modo – ha precisato l’ufficio stampa di Palazzo Cernezzi – se ne parlerà minimo tra un mese, visti i tempi tecnici necessari».

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Giovedì 23 Aprile 2009

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