Cronaca / Como città
Mercoledì 21 Settembre 2016
La squadra è tedesca, la tattica italiana
Dirigente di calcio fermato in dogana
Uno dei manager dell’Eintracht Francoforte trasportava 55mila euro non dichiarati
A far rumore, nell’ennesimo sequestro valutario messo a segno alla dogana autostradale di Brogeda, non è tanto la cifra intercettata dai finanzieri, quanto l’uomo che si è visto sequestrare poco meno di 23mila euro in contanti. Un alto dirigente dell’Eintracht Francoforte è stato intercettato al valico tra Chiasso e Como mentre tentava di entrare in Italia senza dichiarare alle fiamme gialle i contanti che aveva nel bagaglio personale.
Il sequestro risale a venerdì scorso. Protagonista è un uomo di 66 anni, pezzo grosso della squadra che milita nella Bundesliga tedesca. Venerdì scorso quello che è il presidente del consiglio di supervisione della società stava entrando in Italia a bordo di una Mercedes S350 a noleggio con conducente.
Fermato per i controlli di rito dai militari del gruppo di Ponte Chiasso della Guardia di Finanza, l’uomo avrebbe riferito di non trasportare valuta.
In realtà nel corso dei controlli i finanzieri hanno trovato, all’interno del bagagliaio dell’uomo, 103 banconote da 500 euro l’una più altri contanti di vario taglio per un valore complessivo pari a 55.730 euro.
Se il dirigente dell’Eintracht (squadra che la scorsa stagione ha evitato d’un soffio la retrocessione e che quest’anno ha iniziato il suo cammino nella Bundesliga con due vittorie casalinghe e una sconfitta in trasferta) avesse dichiarato di trasportare i contanti, non sarebbe successo nulla se non una segnalazione all’ufficio italiano cambi per un’eventuale verifica a posteriori su quel denaro. Non dichiarando il possesso di valuta, invece, inevitabilmente è scattato il sequestro del 50% del denaro trasportato oltre la soglia ammessa per legge, che è di 10mila euro.
Il dirigente del Francoforte ha così dovuto lasciare in dogana un importo pari a 22.870 euro in contanti. Soldi che potrebbe a questo punto perdere interamente, a meno che il ministero dell’Economia e delle Finanze non decida di applicare una sanzione inferiore, che in ogni caso non può essere più bassa del 30% della somma in eccesso.
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