La storia di Caremi
Dal calcio alla cucina

Ha smesso a 28 anni per gestire il suo ristorante in centro città

Ha smesso a 28 anni, senza aver avuto un infortunio devastante. Ma Davide Caremi, da Como, ha detto basta per inseguire la sua passione: il suo ristorante in città.

Certo un infortunio ci ha messo lo zampino, ripetuti guai al menisco che hanno interrotto e disturbato la sua carriera. Ma se ci parlate, capite che semplicemente il sogno di correre dietro un pallone per andare chissà dove, si era infranto. Vuoi per aver lavorato con allenatori con cui non andava d’accordo, vuoi per quella vicenda di calcio scommesse in cui era caduto suo malgrado all’Albinoleffe, vuoi per storie sfortunate.

Qualcuno se lo ricorderà nel Como, nella B di Fascetti, talento del centrocampo, tutto energia, al quale era facile prevedere un radioso futuro.

Lui il futuro radioso se lo è ritagliato in cucina, al creare piatti per il suo ristorante. Che non è un ristorante qualunque. È, in questo momento, forse il ristorante più “in” del centro città, nato da una commistione curiosa tra fiori e cibo che inventò sua mamma, ma che lui ha portato verso la ristorazione più completa. Lo abbiamo incontrato in cucina. Sul giornale di oggi l’intervista.

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