Il referendum è stato una sorpresa? Nessuno ne ha previsto quell'esito. E, alle prossime elezioni, avremo una sorpresa bis? Cosa ce lo fa credere? Semplificando: ai referendum si è assistito all'accesso, o al rientro, elettorale di fasce sociali, specie giovani ma non solo, che non votavano, si astenevano; ossia quel popolo che, a ragione, rappresenta il conclamato distacco della politica dalla gente. A quel distacco, sempre più vistoso, molti hanno pensato di porre un termine. Come? Andando a votare. Scelta facilitata dalla complicità delle reti sociali, che ha consentito di costruire un legame a effetto moltiplicatore, ed ecco il “miracolo”. Questa dei referendum è stata la prova generale, attizzata da un'altra condizione di complicità, sempre più evidente e non più sopportabile. Le voci, delle quali il Paese è ormai disgustato, che denunciano lo strapotere della classe politica, la cosiddetta casta, vengono praticamente e sistematicamente ignorate e, quanto a risorse che, nonostante la crisi, la classe politica si attribuisce, vanno perfino in senso contrario. La classe al potere si è fatta la convinzione che basta averlo, il potere, ci si può permettere tutto. No. I referendum hanno sancito che ora è possibile dire di no. E non sono solo le auto blu, gli aerei di servizio, gli stipendi dei nostri parlamentari europei (in Europa qui siamo i primi) e italiani, dei consiglieri regionali, i vitalizi (pensione) per gli stessi, il numero esasperato di onorevoli e altro; ci sono anche recenti episodi che muovono all'indignazione la parte sana del Paese. E le regole? Dove le mettiamo? Destra e sinistra: chi è senza peccato…
Umberto Cogliati
Il caso di Napoli-rifiuti è emblematico della diffusione del peccare politico. E' ormai largamente diffusa anche l'insofferenza verso questa mediocre trasversalità, ben rappresentata da una legge elettorale che fa comodo a tutti i partiti. Non solo a quelli del centrodestra. Verrà cambiata? Forse sì. Non per le ragioni, tuttavia, che indica lei, caro amico. Ma perché sembra esserci una convenienza comune tra alcuni partiti di un versante e altri del versante opposto ad accordarsi sul ripiegamento verso il sistema proporzionale. E' un sistema che (storia delle preferenze a parte: le preferenze possono esser date anche nel maggioritario, basta correggerlo) permette di andare a votare senza allearsi con nessuno, e siglare intese convenienti poi. Ai cittadini si dirà che torneranno a scegliere chi siede in Parlamento. E formalmente sarà vero. Ma non sceglieranno chi guiderà il governo. E sostanzialmente è una bella fregatura.
Max Lodi
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