Cara provincia
Mercoledì 21 Gennaio 2009
La telenovela dell’idolo Kakà e i tanti soldi dello sceicco
Una storia a lieto fine per i tifosi
Sono un grande tifoso milanista, e se Kakà dovesse andare via, mi dispiacerebbe moltissimo. Però i 105 milioni di euro offerti dal Manchester City sono davvero tanti: con degli investimenti oculati, cioè con acquisti azzeccati, potremmo quasi rifondare la squadra. Basti ricordare che la Juventus, con i 120 miliardi ricavati dalla cessione di Zidane, acquistò Buffon, Thuram e Nedved. Per quanto riguarda la cifra che andrà a prendere il brasiliano, c’e’ poco da dire: percepirà 18 milioni di euro netti all’anno, ossia il doppio di quanto guadagna adesso. Nessuno di noi rifiuterebbe di andare a lavorare in un posto in cui guadagnerebbe il doppio rispetto a dove è attualmente occupato! Ovviamente i calciatori non hanno bisogno di soldi come noi comuni mortali, però 9 milioncini di euro in più (netti) all’anno fanno comodo anche a loro.
Francesco Quaranta
Come ha visto, i fatti sono andati diversamente. Kakà è rimasto, lieto fine per i tifosi. Almeno per quelli (la maggioranza, ma non è il suo caso) che non cercano di ragionare da dirigente. Calcoli, anche ponderati e ben argomentati, su come certe cifre possano rendere più forte la squadra, sono lontani anni luce da ciò che succede in questi casi: il tifoso considera un certo giocatore un "totem", la sua cessione viene considerata una profanazione. Detto che la vicenda Kakà sicuramente non è andata per come ce l’hanno fatta credere (se tutto dipendeva dalla volontà del giocatore, perché il Milan non l’ha detto subito?), e detto che il copione ha ricalcato altre vicende simili capitate nel corso degli anni (Riva-Cagliari, Antognoni-Fiorentina, Baggio-Fiorentina, Lentini-Torino, Signori-Lazio, Ronaldo-Inter e tanti altri, in cui spesso i tifosi non sono riusciti a far cambiare idea a nessuno), colpisce la sorpresa e il fastidio con cui il calcio italiano ha trattato la maxi offerta dello sceicco. Ma il mercato senza limiti, quello dei predoni estivi nelle praterie del calcio europeo, è stato alimentato proprio dall’Italia e dalle sue società. Per favore, adesso non si gridi allo scandalo se uno che ha più soldi arriva e offre quello che può per avere il meglio. Non tutto il male viene per nuocere: magari è la volta buona che nelle nostre squadre tornano a giocare gli italiani...
Nicola Nenci
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