Ho seguito con interesse tutti i servizi che "La Provincia" in questi giorni ha riportato e le opinioni dei vari sindaci, ho letto il decreto ed esprimo in sintesi la mia opinione .
Se questo provvedimento ha il fine di risparmiare sui "costi della politica", manca completamente il bersaglio, perché gli amministratori dei piccoli Comuni - salvo riprovevoli e sparuti casi di professionisti della politica - adempiono al loro compito con spirito di servizio nelle ore libere dal lavoro e sottraendo tempo alla propria famiglia per compensi ridicoli.
Se invece si vogliono razionalizzare e migliorare i servizi ai cittadini, cosi come è concepito a mio avviso è completamente sbagliato.
Le unioni municipali dovranno raggiungere almeno i 5000 abitanti e, data la scarsità di popolazione dei paesi del nostro lago, per raggiungere il numero necessario Laglio e Brienno dovranno accorparsi con la Valle d'Intelvi, creando una unione "artificiale" tra Comuni con esigenze, interessi e realtà completamente differenti, senza contare la vastità del territorio.
Il fatto che i singoli Comuni eleggeranno solo il sindaco, senza un consiglio comunale e quindi senza una opposizione, farà correre il rischio di creare tanti "piccoli boss di paese"
Sono convinto che per risparmiare e razionalizzare le risorse la strada maestra è quella di fondere i Comuni con meno di 3000 abitanti (non 1000): un unico sindaco, un'unica giunta, un unico consiglio e… tante cadreghe in meno.
In alternativa potenziare le unioni di Comuni già esistenti, magari imponendo agli amministratori di espletare il loro mandato gratuitamente e obbligando a gestire in unione tutti - ma proprio tutti - i servizi .
Per tornare a Laglio e Brienno, l'unione naturale è con gli altri Comuni del Basso Lario e non con la Valle d'Intelvi.
Per una volta sono d'accordo con il sindaco di Laglio, Pozzi, che ha definito questo provvedimento una idiozia.
Flavio Martinelli
© RIPRODUZIONE RISERVATA