L’ambulanza bloccata dalle barriere
«Così mia nipote ha rischiato di morire»

Caslino al Piano, l’episodio ieri mattina: il malore di una bimba di 15 mesi e la corsa all’ospedale. Il nonno: «Sono stati minuti vissuti con il cuore in gola. Ma i volontari Cri non potevano nulla»

Le sbarre restano abbassate per venti minuti: l’ambulanza è bloccata. «Mia nipote ha rischiato di morire».

Caslino al piano, frazione di Cadorago, nella sua parte vecchia. Di prima mattina, una bambina di soli quindici mesi si sente male, ha una convulsione, respira a fatica, ha la lingua rovesciata. Il padre corre con la figlia in braccio fuori di casa mentre il nonno allerta il 112.

Arriva rapida la Croce rossa di Lomazzo. Sono le 7.30, stanno scendendo le sbarre del passaggio a livello della stazione.

«Siamo rimasti bloccati almeno venti minuti - racconta Giovanni Accardi, il nonno, salito con il cuore in gola sull’ambulanza - avevamo fretta, eravamo spaventati, ogni secondo per noi era molto più che prezioso. Ho pensato di impazzire. C’era una coincidenza, le sbarre non salivano mai, i volontari avevano le sirene al massimo, ma non potevano fare niente. L’unica sarebbe stata prendere mia nipote in braccio, attraversare a piedi i binari e chiedere in prestito una vettura dall’altro lato».

Quel che ha bloccato la Cri non era la colonna, la fila di macchine incastrata, ma la mancanza di strade alternative.

LEGGETE l’ampio servizio su LA PROVINCIA di GIOVEDÌ 9 luglio 2015

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