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Sabato 25 Aprile 2009
«Concorso truccato, indagate Gatto»
Raccomandazione a un’aspirante vigile: il giudice ribalta le conclusioni della procura e chiede l’imputazione coatta per l’ex assessore
L’ordinanza, depositata ieri mattina, è destinata a dare uno scossone (in attesa della decisione dell’altro gip, Nicoletta Cremona, sulle sorti di altri quattro indagati per cui la procura aveva chiesto l’archiviazione delle accuse) a un’inchiesta controversa e complessa. Secondo la tesi del giudice, infatti, non sarebbero stati solo Tullio Saccenti e Bruno Polimeni, segretario in comune dell’assessore Francesco Scopelliti, ad aver violato il segreto d’ufficio rivelando le tracce della seconda prova scritta del concorso per un posto come agente della polizia locale di Como.
A mettere nei guai Paolo Gatto era stata una concorrente, di cui l’ex assessore è «amico di famiglia». La donna, agli agenti della polizia giudiziaria che hanno condotto l’inchiesta, aveva rivelato: «Avevo saputo parzialmente i titoli delle tracce la sera» prima del concorso del novembre 2007. «Verso le 17.30 è venuto a casa mia l’assessore al Commercio del Comune di Como, Paolo Gatto, il quale sapendo che mi accingevo a svolgere la prova scritta per il concorso da vigile urbano, ed al quale io mi ero rivolta per avere una raccomandazione, mi riferì che aveva saputo le possibili tracce», argomenti che poi in effetti uscirono. Sentito in procura, lo stesso Gatto aveva ammesso di aver «segnalato» all’amica «delle ipotetiche tracce sulle quali prepararsi», ma «non le tracce dei temi».
Nonostante queste dichiarazioni, la procura non aveva mai messo sotto inchiesta Paolo Gatto. Fino a ieri, quando un giudice ha ordinato ai colleghi inquirenti di chiedere il processo per l’ex assessore, con l’accusa di violazione del segreto d’ufficio, e del capo di gabinetto Saccenti per falso ideologico (confermata, invece, l’archiviazione per abuso d’ufficio), oltre che per la violazione del segreto, già contestata.
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