Musica
Martedì 18 Settembre 2012
«Ricreazione» di Malika Ayane
Una nuova storia d'amore
Per il suo nuovo album in uscita oggi, Malika Ayane ha scelto il titolo di "Ricreazione", come rigenerazione in generale ma anche come fotografia di un momento di svago. «Produrre un album è un gran lavoro - racconta la Ayane - ma riuscire a farlo con la propria squadra e seguendo le proprie ispirazioni è una grande fortuna e può essere molto divertente»
Anticipato in radio dal singolo 'Tre Cosè, il terzo lavoro firmato da Malika Ayane, che si definisce nella sua fase 2.0, è una sorta di racconto diviso in due parti, la prima dedicata al modo più irrazionale di vivere un amore, quello più impulsivo («è quello che può portarti a suonare a casa di qualcuno durante la notte - dice lei - cosa che però io non ho mai fatto»), e la seconda più analitica («quella che fa fare un passo indietro e ti convince di avere un maggiore autocontrollo»).
Tra le righe delle canzoni, sul versante di testi e musica, hanno collaborato tanti autori diversi fra loro per stili musicali e generazioni, dal fedelissimo Pacifico che con Malika collabora dagli inizi, fino a Paolo Conte, passando da Davide Combusti in arte The Niro, Tricarico, Boosta dei Subsonica, e qualche altro ancora.
«È stato interessante vedere come chi ha scritto per me in questo lavoro è stato in grado di capire non solo la direzione in cui andava l'album, ma anche di interpetare il personaggio Malika in tanti modi diversi». Ricreazione, svago e momento di convivialità sono anche i temi della copertina dell'album: foto di gruppo con signora (con signore anzi, visto che nella copertina è presente anche Caterina Caselli con tanto di ombrellino bianco), il marito e regista Federico Brugia, la band che ha accompagnato la Ayane, amici, tecnici che hanno lavorato al disco e fan arrivati da tutta Italia appositamente per partecipare allo scatto del fotografo. «L'album è nato dall'esperienza dei live - racconta la voce di "Come foglie" - che sono stati sempre più intensi da "Grovigli" in poi e che mi hanno fatto pensare d'aver raggiunto un suono che mi rappresentasse, sia nella voce come nell'insieme degli strumenti. Ho quindi pensato di applicare la stessa energia all'album in studio, motivo per cui una volta raccolte diverse canzoni siamo andati a registrarle in presa diretta, giocando a fare i Rolling Stones». L'album, targato Sugar come i precedenti, è il primo per il quale la cantante ha deciso di indossare i panni della produttrice artistica.
«La difficoltà maggiore nel fare la produttrice di se stessa - dice lei - è principalmente il non impazzire e mantenere le idee chiare. In studio tutti dicono la loro e tenere una linea precisa è fondamentale per non trovarsi a comporre un collage di tante cose insensate. Poi bisogna anche fare i conti con il commercialista che deve far quadrare i costi».
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