L’artigiano comasco
e la forza di pedalare

Di pedalare, non si è smesso mai. Anche quando le direzioni erano tutt’altro che chiare e altri sembravano tracciare un baratro come destinazione finale per la piccola impresa.

Tra i tanti momenti che hanno caratterizzato l’inaugurazione della mostra dell’artigianato a Lariofiere ieri, uno è parso come una metafora. Allo stand dell’azienda erbese Falpe - i giovani Zappa che portano avanti con determinazione la vocazione familiare - ci sono delle biciclette speciali e il segretario generale di Confartigianato Cesare Fumagalli viene invitato appunto a pedalare con gli imprenditori comaschi. Lui esegue, sorridendo, ma la scena anche per i fotografi diventa qualcos'altro.

Perché lo sottolinea proprio Fumagalli poco dopo: da queste parti si è presa una decisione importante e non gridata negli ultimi anni. Quella di procedere sempre, nonostante la nebbia e la confusione dettata da un sistema farraginoso come quello del nostro Paese fossero in grado di scoraggiare chiunque.

C’è chi si è fermato, per forza di cose, chi ha voluto dire basta, più spesso ha dovuto. Ma tanti, tantissimi artigiani hanno deciso di portare avanti la loro fedeltà al bello, convinti che questo ripagasse prima o poi. Di migliorare i propri prodotti, di presentarli meglio in questa fase dove l’immagine e la comunicazione contano moltissimo, di inventarsi qualcosa di nuovo.

Alla prima giornata della mostra si è colto tutto questo e altro ancora. Come ci siano settori in crescita, che non vanno considerati di serie B. Come sia giusto ad esempio puntare sul benessere, o sul cibo che oggi detta legge più che mai. Ma come sia altrettanto importante non dimenticare il passato, specialmente ricordando che ci ha portati dritti a qui. E ci si emoziona ancora vedendo la scultura - non è un prodotto, ha tutto l’appeal dell’arte - di legno che sta fiorendo dalle mani di un falegname. O il tessuto che si trasforma in una camicia, in un abito.

Il vecchio artigiano che spiega come sappia far nascere le sue creazioni, incanta il visitatore. Il giovane che rivela tutto l’entusiasmo per ciò che esce dalla sua piccola azienda, non fa meno audience. Due mondi che si incontrano, come la tradizione e la tecnologia, e scoprono di trovarsi bene insieme.

Questa varietà, che è ricchezza, ha segnato l’avvio di una mostra che, certo, tirerà le somme solo tra una settimana. Ma già ieri almeno ha fatto respirare un’aria meno negativa. Un po’ come il cielo sopra Lariofiere, così grigio all’inizio. Eppure in fondo un po’ di luce si intravedeva.

Si può scegliere dove puntare lo sguardo, sulle nubi che resistono, oppure sui pochi raggi che si fanno avanti: anche nell’economia di un’Italia politica sottosopra, incapace finora di dare la minima chiarezza alle aziende, c’è la possibilità di scegliere.

Andare avanti, pedalare anche quando tanti lo sconsigliano e troppi fuggono, è un atto di coraggio. Che primo o poi questo Paese dovrà riconoscere, a meno di voler sparire.

© RIPRODUZIONE RISERVATA